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Diego Maradona giocò una partita di calcio per Pablo Escobar

Un incontro ‘leggendario’ quello tra il più grande narcotrafficante di tutti i tempi, Pablo Emilio Escobar Gaviria e il più grande calciatore di tutti i tempi, Diego Armando Maradona. Escobar è stato un criminale colombiano conosciuto in tutto il mondo per il suo traffico di cocaina e la breve carriera politica. Il Re della cocaina è considerato il criminale più ricco della storia, la sua organizzazione criminale era radicata a tal punto da controllare la quasi totalità del flusso di cocaina nel mondo. Nonostante questo per gli abitanti di Medellin era un eroe, venendo dalla vita di strada si era sempre impegnato ad aiutare la povera gente, conquistando così un ampio consenso. Era un fanatico dello sport e si impegnò a sponsorizzare le squadre locali oltre a costruire molti stadi.

Il più celebre narcotrafficante del XX secolo era un vero idolo e quando accettò di farsi rinchiudere in carcere pose condizioni particolari, scegliendo lui come scontare la pena. A quel punto fu costruita ‘La Catedral’ una vera prigione di lusso. Il negoziato con il governo colombiano prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio e la possibilità per Pablo di non essere estradato negli Stati Uniti. La sua prigione era come una fortezza, all’interno si tenevano feste, banchetti, c’erano comfort e divertimenti e tra questi la grande passione per il calcio di Pablo non restava esclusa.

Nel dicembre del 1991, dopo la squalifica per essere risultato positivo ai test per l’uso di cocaina, Maradona venne contattato per una richiesta particolare, disputare una partita per Escobar. Allora Pablo veniva chiamato il ‘Robin Hood paisa’ e il popolo lo amava, nonostante la scia di sangue che lo accompagnava.

Quando il manager Guillermo Coppola propose a Maradona di giocare per un signore colombiano ad una cifra record, il campione non seppe rifiutare e accettò di esibirsi in un’amichevole con l’allora portiere della nazionale colombiana Renè Higuita. Quando giunse a Medellin fu scortato in una prigione “Sembrava di essere in un hotel di lusso di Dubai. Fu lì che mi presentarono il signore che mi aveva invitato, chiamandolo El Patron. Io non leggevo i giornali, non guardavo la tv, non ero sicuro di chi fosse.  Si dimostrò un uomo molto rispettoso, anche freddo, ma amichevole con me. Mi disse che ammirava il mio calcio, che si identificava con me, perché entrambi eravamo riusciti a trionfare sulla povertà”.

Il campione partecipò ad una partita con l’altro giocatore e gli uomini di Escobar in un campo privato della stessa prigione. In seguito El pibe de oro ha dichiarato di non sapere da parte di chi fosse quella proposta. Tra i suoi racconti anche un dopo partita con Pablo, tutti si riunirono in una grande festa organizzata da Escobar, Maradona ne ha poi ricordato un dettaglio: “C’erano le ragazze più belle che abbia mai visto nella mia vita, ed eravamo in un carcere!”.

Un anno dopo, esattamente nel dicembre del 1993 il re del narcotraffico è stato ucciso, in tale occasione Maradona venne intervistato per rilasciare una dichiarazione su quanto accaduto e sulla vita di Pablo: “Alla fine dei conti, fabbricava un prodotto clandestinamente e lo vendeva a gente che lo chiedeva, nessuno veniva obbligato, no? Non lo rubava a nessuno. D’altra parte, i politici vengono eletti e rubano il denaro al popolo, alzando le tasse  a una madre che compra il latte per i suoi figli. Quindi, chi è il peggiore eticamente?”

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