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Epatite C, boom in Campania: il picco maggiore è a Napoli

L’epatite C in Campania conta attualmente 15mila pazienti sottoposti a trattamento, una particolare concentrazione è a Napoli con 9 mila pazienti, seguono Caserta con 9mila, Avellino con 1500, Salerno con 1000 e Benevento tra i 500 e i 700.

Una malattia che affligge in prevalenza uomini in età avanzata con picchi dopo gli ottant’anni. “In virtù dell’alta percentuale di successo dei nuovi farmaci, che raggiunge il 95% dei casi, anche i più anziani vengono sottoposti alla nuova terapia, anche per evitare la diffusione della malattia mediante nuovi contagi in ambito familiare” spiega il prof. Marcello Persico, Professore Associato di Medicina Interna, Dipartimento di Medicina e Chirurgia Università di Salerno. “Tuttavia, negli ambulatori stiamo assistendo a una crescita di pazienti più giovani: le cause più frequenti sono piercing e tatuaggi; tra i pazienti anziani invece la malattia è stata contratta prevalentemente tramite siringhe sterilizzate male, spesso in ambiente domestico senza le adeguate precauzioni”.

Le nuove terapie consentono di arginare la gravità per alcuni pazienti ma sono moltissimi quelli che soffrono di forme croniche.  “Serve più prevenzione, con ogni mezzo possibile, dalle piazze ai media” dichiara il prof. Persico. “A Salerno abbiamo avviato un progetto che coinvolge scuole e università: in collaborazione con le associazioni pazienti, stiamo organizzando incontri negli istituti durante i quali in un’ora di discussione i ragazzi possono interagire con pazienti e con specialisti del settore, che illustrano i rischi di contagio, gli effetti della malattia nel lungo periodo e come le attuali terapie permettono di arginare il fenomeno. Nelle università teniamo un approccio anche più elevato e più tecnico visto il livello di formazione dei ragazzi. Tra gli scopi di questa attività, l’incentivo alla prevenzione e la consapevolezza per far emergere il sommerso”.