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Strage di Cisterna: l’orrore nell’appartamento prima ancora della tragedia

Luigi Capasso il 28 febbraio ha ferito la moglie, Antonietta Gargiulo (adesso fuori pericolo), ha ucciso le sue due figlie, Alessia e Martina di 13 e 8 anni, e poi si è suicidato. Una strage quella avvenuta a Cisterna di Latina che nasconde una tragedia già annunciata che andava avanti da molto prima della terribile mattinata in cui il carabiniere ha dato sfogo a tutta la sua follia.

Nonostante la procura di Latina abbia chiarito i dubbi avanzati dalla trasmissione “Chi l’ha visto”, ovvero che Alessia, la figlia più grande di Capasso, fosse ancora viva al momento dell’arrivo dei soccorsi, ci sono delle incongruità che ancora non sono chiare. La strage si poteva evitare? Nulla di quello che è accaduto la mattina del 28 febbraio nell’appartamento a villa dei Pini è stato improvvisato, al contrario la vittima, Antonietta, aveva più volte comunicato la violenza del marito, parlandone anche ai colleghi di lui, che era un appuntato dei carabinieri sospeso per cinque anni per truffa alle assicurazioni.

Di chi sono le colpe di questa strage, la storia scritta di un femminicidio? Se non si aveva la certezza che le due bambine fossero state ammazzate perché non si è intervenuti neutralizzando Capasso piuttosto che continuare per 8 ore una trattativa? E soprattutto perché una voce inascoltata di una donna ha dovuto condurre ancora una volta a una tragedia così terribile? Qualcuno si assuma questa responsabilità. I carabinieri, i magistrati, chiunque sia stato negligente sottovalutando un caso che ha condotto all’efferato eccidio.