E’ legata al cartello di Jalisco Nuova Generaciòn la scomparsa in Messico dei tre napoletani. Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sarebbero nelle mani del boss soprannominato “El Mencho“, a capo della più potente organizzazione criminale. A consegnare i connazionali sono stati i quattro poliziotti arrestati che adesso rischiano dai 40 ai 60 anni di carcere. Secondo alcune testate locali i tre partenopei sarebbero stati oggetto di una rappresaglia.
Quello che in queste ore gli investigatori stanno cercando di capire è il movente, ovvero la ragione per la quale il cartello avrebbe in ostaggio i tre. L’ipotesi più accreditata è direttamente collegata a una truffa, ovvero alla vendita alla persona sbaglia di generatori elettrici contraffatti. Questa è la pista che adesso gli inquirenti seguono, ma se così fosse sarebbe una situazione ancora più preoccupante in quanto il potente cartello opera senza logiche, guidato solo dalla violenza.
Secondo quanto scrive il quotidiano messicano “Milenio”, il governatore di Jalico, Aristoteles Sandoval, avrebbe confermato il collegamento delle sparizioni alla delinquenza organizzata coperta dalle autorità complici. In questo caso è il corpo di polizia corrotto di Tecalitlan ad essere responsabile della sparizione dei tre cittadini. I poliziotti, tre uomini e una donna, avrebbero venduto i tre per 43 euro. Il figlio, Francesco Russo, ha commentato così la notizia: “Ora devono dire chi sono i criminali che hanno avuto in consegna mio fratello, mio padre e mio cugino“.
Fonti dell’Ufficio del procuratore di Jalisco avevano riferito che Raffaele Russo si sarebbe registrato con un falso nome in alcuni hotel e si faceva chiamare Carlos Lopez. Inoltre il 60enne aveva precedenti in Italia per frode.

