L’omicidio di Fortuna Loffredo ha aperto un lungo dibattito sulle pene da dover infliggere a chi commette reati di pedofilia. Qualche giorno fa Matteo Salvini era intervenuto sull’omicidio della piccola di Caivano. Il leader della Lega aveva dichiarato che ai colpevoli di abusi sui minori dovrebbe essere applicata la castrazione chimica.
Sulla questione sono intervenuti Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi e Gianni Simioli, conduttore del programma radiofonico La Radiazza. I due concordano che Salvini abbia voluto cavalcare l’onda del terribile omicidio di Fortuna Loffredo. Secondo loro il leader della Lega non è così che rispetta la memoria della bambina. Hanno invitato lui e i suoi colleghi di partito a lavorare nelle aule parlamentari per trovare pene più adeguate alla gravità dei reati di pedofilia.
“Salvini e i suoi dovrebbero stare di più nelle aule parlamentari per cambiare la legge che, al momento, punisce i pedofili con pene medie di due anni come riportano oggi alcuni media citando le statistiche relative agli ultimi anni”.
Borrelli e Simeoli hanno deciso di avviare una petizione per decidere se il giusto castigo nei confronti dei pedofili sia la castrazione chimica. A parer loro bisognerebbe cominciare seriamente a riflettere sulle giuste pene da infliggere a chi si macchia di reati tanto gravi, come gli abusi sessuali sui minori. Per questo motivo hanno voluto far partire questa richiesta.
“Si potrebbe pensare anche a pene estreme come la castrazione chimica. E visto che molti esponenti politici, tra cui gli stessi leghisti, ne parlano solo, abbiamo deciso di avviare una petizione”.