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La storia di Gennaro Riccio: “Dopo le chemio, tornare in cella è come morire”. L’appello del pusher della camorra

“Dopo ogni chemio ritrovarsi da solo in una cella è come stare nell’anticamera della morte”. Parole agghiaccianti quelle scritte da Gennaro Ricco in una lettera inviata a Pietro Ioia, fondatore dell’associazione “Ex Detenuti Organizzati”.

Ricco è stato arrestato insieme alla moglie e ai due figli nel blitz che il 9 giugno del 2015 portò in carcere boss e affiliati della ‘paranza dei bimbi‘ di Forcella, il cartello criminale composto dalle famiglie Sibillo-Brunetti-Amirante-Giuliano. Condannato in primo grado a 12 anni per droga e associazione mafiosa, da tempo combatte dietro le sbarre con il cancro. Nella lettera, pubblicata oggi sul quotidiano Il Roma – Ricco – originario della zona dell’Anticaglia (decumano superiore del centro storico di Napoli) chiede dignità e trattamenti più umani per la sua malattia.

Gennaro Riccio

“Ho commesso un reato e la cosa giusta è che paghi in galera il mio debito con la giustizia, sono in attesa di un trapianto di fegato ma nel frattempo mi hanno diagnosticato un tumore. Mi fanno le chemioterapie quando sento dolore su tutto il corpo. Non mi sento più un essere umano, ma mi sento come un cane malato in un canile che aspetta solo la sua morte. Io non chiedo di uscire o di morire a casa mia, perché immagino che ciò non sarà possibile, ma chiedo di avere cure adeguate alla mia malattia. Dopo ogni chemio ritrovarsi da soli in una cella è come stare nell’anticamera della morte. In Italia se vuoi sentirti una nullità oppure un numero basta che si varchino le soglie delle nostre carceri. Io chiedo solo il diritto di sentirmi un essere umano e non un malato terminale di serie b”.

Ioia sul quotidiano napoletano ha ricordato il caso di Vincenzo Di Sarno, detenuto napoletano  gravemente malato in carcere per l’omicidio di un migrante (condannato a 16 anni) che riuscì ad ottenere di farsi curare a casa grazie all’interessamento dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I familiari di Gennaro Riccio hanno già annunciato di essere in attesa, per le prossime ore, di una perizia medica ufficiale che stabilisca la compatibilità del loro congiunto con il regime carcerario. La perizia sarà poi inoltrata al magistrato di sorveglianza che dovrà stabilire l’eventuale “allentamento” delle misure cautelari nei con-fronti dell’uomo e l’eventuale trasferimento in ospedale.