E’ morto in ospedale dopo nove giorni d’agonia ma subito dopo il funerale, e prima della cremazione, è stato disposto il sequestro della salma da parte della Procura di Napoli. Alla base della decisione degli investigatori ci sarebbero alcune testimonianze raccolte dai carabinieri della compagnia di Bagnoli su un presunto litigio avvenuto poco prima dell’arrivo in ospedale tra la vittima e il figlio, uno noto pregiudicato dell’area flegrea di Napoli.
E’ giallo sul decesso di Tullio Laurenti, 60enne residente a Fuorigrotta, deceduto al San Giovanni Bosco dopo un primo ricovero al San Paolo, apparentemente per infarto. Secondo quanto riporta il quotidiano Il Roma, la procura ha aperto un’inchiesta iscrivendo il figlio Raffaele nel registro degli indagati. Quest’ultimo è già noto alle forze dell’ordine per rapina e associazione a delinquere. Accostato al clan Frizziero, attivo nella zona della Torretta, ma mai condannato per camorra.
Il 3 febbraio Tullio Laurenti, come ricostruisce il Roma, arriva al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, accompagnato dai familiari, e i medici di turno si rendono subito conto della gravità delle sue condizioni. Viene disposto il trasferimento al San Giovanni Bosco dopo muore il 12 febbraio a causa di un peggioramento del quadro clinico. Subito dopo la morte qualcuno riferisce ai carabinieri di una presunta lite avvenuta tra padre e figlio prima dell’arrivo in ospedale. Lite che avrebbe visto Raffaele Laurenti sferrare al padre uno o più colpi a mani nude.
Sarà l’autopsia a chiare le cause della morte. Intanto Raffaele Laurenti è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. L’uomo nel 2008 venne arrestato dalla polizia spagnola e dai carabinieri di Napoli a Barcellona. Era ricercato per associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di rapine (fra le quali quella messa a segno ai danni di un garage di Fuorigrotta insieme ad altre sei persone) con l’aggravante della finalità mafiosa.

