E’ passato qualche mese da quando gli incendi hanno causato la distruzione di migliaia di ettari della vegetazione sul Vesuvio. A partire dall’11 luglio il Parco nazionale che circonda il vulcano è bruciato per tre settimane devastando 1600 ettari nel totale. Alla base di questo disastro ambientale i piromani che non hanno preso d’assalto solo il simbolo di Napoli, ma anche la riserva naturale degli Astroni, il Cilento, il Faito e il Casertano.
Dopo diversi mesi di investigazioni e i primi danni che il maltempo ha generato nei comuni sottostanti il Vesuvio, proprio a causa dello sradicamento avvenuto nei mesi dei roghi, arrivano delle risposte. Il generale Sergio Costa, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, ha spiegato il contesto in cui sono stati individuati i responsabili di un atto così ignobile:
“Gli autori del roghi sono sempre persone del posto. E’ accaduto così anche sul Vesuvio. E’ stato un cittadino del luogo. Questo deve farci pensare che l’attenzione sui microterritori deve crescere”.
Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha ribadito al Mattino l’impegno della Città Metropolitana e la sinergia tra i sindaci campani per ostacolare l’intento degli autori del rogo:
“Occorrono i piani antincendio da parte degli enti locali per operare con un metodo di intervento in caso di emergenza e poi la pulizia del sottobosco e la creare il meccanismo di consorzio tra gli enti l’ Arma, i volontari e il Corpo Forestale.Dietro c’è una precisa strategia per allontanare le persone dal parco. Un disegno criminoso che non è opera di piromani ma di napoletani della zona”.

