Il legale difensore dell'ex boss dei Casalesi sta collaborando con la giustizia. Le sue rivelazioni sono al vaglio degli inquirenti
Girolamo Casella era un avvocato, adesso è un “pentito”. Ha deciso di collaborare con la giustizia per rendere meno severi la sua pena e il debito contratto con la giustizia. Tutto questo perché uno dei suoi principali clienti è stato Giuseppe Setola ex boss del clan dei Casalesi arrestato a gennaio del 2009 ed oggi detenuto.
‘o Cecat, così soprannominato per la brutalità con la quale uccideva le sue vittime, prima dell’arresto è stato latitante per breve tempo, circa un anno. Dopo essere stato condannato a tre ergastoli (di cui uno per la Strage di Castelvolturno), nel 2014 ha deciso anche lui di collaborare con la giustizia. Anche Giuseppe Setola è diventato un pentito di camorra.
Casella, il suo avvocato, prima di pentirsi è stato condannato lo scorso mese di febbraio dalla Cassazione a 11 anni di carcere per associazione mafiosa. Il legale di ‘o Cecato era diventato un vero e proprio membro del clan per il quale eseguiva dei compiti, come quello di portare messaggi ed imbasciate al suo assistito da fuori e dentro il carcere.
Casella ha parlato dell’oculista di Pavia Aldo Fronterrè, oggi accusato dei reati di concorso esterno in associazione camorristica e false attestazioni all’autorità giudiziaria. Il dottore avrebbe firmato dei falsi certificati medici in favore di Setola affinché quest’ultimo potesse uscire di galera ed usufruire degli arresti domiciliari. I fatti risalgono al 2008, ‘o Cecato fu trasferito in una clinica di Pavia e ha approfittò del trasferimento per scappare e diventare latitante. Era la fine del mese di aprile, a settembre dello stesso anno Setola sarà il protagonista della Strage.
“Su indicazione di Giuseppe Setola mi rivolsi nell’estate 2006 all’oculista Aldo Fronterrè, cui chiesi di fare una consulenza medica al mio assistito affinché ne dichiarasse lo stato di incompatibilità con il carcere. Lui accettò, e fece ciò che avevamo stabilito, così Setola riuscì ad avere i domiciliari da cui poi è evaso. Con me venne anche Massimo Alfiero, molto vicino a Setola. Gli portammo tutta la documentazione, comprese le perizie ordinate dal tribunale e le consulenze di parte, qualcuna favorevole, altre sfavorevoli a Setola. Ricordo che nessuna espressamente dichiarava Setola incompatibile con il carcere. Dopo aver letto le carte e accettato l’incarico, per le cui spese Alfiero disse che avrebbe provveduto lui a nome di Setola, Fronterrè mi spiegò che avrebbe fatto la consulenza in modo da dichiarare l’incompatibilità carceraria di Setola, così come da noi richiesto. Sul fatto che Setola fosse un camorrista già condannato per reati gravi, Fronterrè disse che erano cose che non gli interessavano. Peraltro Setola mi disse che Fronterrè aveva operato e dichiarato incompatibile con il carcere anche Enrico Martinelli (altro boss dei casalesi condannato, ndr). Per tutto questo Fronterrè chiese 50mila euro“, queste le affermazioni dell’Avvocato Girolamo Casella messe a verbale dai Pm.
