La ragazza di 15 anni, vittima dello stupro di gruppo a Marechiaro, continua a portare avanti la sua battaglia contro coloro che le hanno reso la vita un incubo a partire da quella domenica di fine maggio. I tre colpevoli della violenza sessuale, riconosciuti e denunciati dalla vittima, sono stati arrestati. Sono tutti e tre minorenni e sono finiti in tre comunità differenti, difesi dal penalista Matteo De Luca.
Prova a chiedere scusa e a ascrivere una lettera alla vittima, uno dei ragazzi protagonisti del branco. E’ il minore che avrebbe finto di soccorrere la 15enne per poi costringerla a subire le violenze. Secondo quanto riporta Il Mattino scrive:
“Devo ammettere che solo dopo averti rivisto in Tribunale e aver sentito quello che hai vissuto mi sono reso conto dell’orribile gesto che ho commesso. Non lo dimenticherò mai, ti ho trattata come un oggetto senza pensare alle conseguenze… non so cosa mi sia preso. Purtroppo, l’errore commesso non lo posso cancellare, ma sono disposto a fare tutto il possibile per rimediare. Io non sono uno stupratore e non sono un ragazzo violento e ora credimi mi odio da solo per quello che ho fatto a te e alla tua famiglia che ho visto in Tribunale accanto a te, che soffre come ora sta soffrendo la mia famiglia. Ti scrivo questa lettera senza pretesa di avere ora il tuo perdono, ma sperando di potermela guadagnare con il tempo con l’aiuto delle persone che sono qui accanto a me nella comunità di recupero. Spero che l’ammissione della mia responsabilità serva anche ad evitare che su facebook ti attacchino perché è colpa mia se la gente ha pensato male di te. Anche io ho una sorella e una madre, chiedo scusa anche alla tua famiglia, anche se so che non mi perdoneranno mai. Ti auguro il meglio”.
Queste parole forse saranno ignorate dalla vittima, o semplicemente non saranno in grado di far nascere il perdono. La 15enne infatti, oltre ad aver subito una violenza fisica, nei mesi post denuncia in cui si sono svolte le indagini, ha dovuto anche subire le accuse e i commenti denigratori pubblicate sia dai colpevoli che da altri utenti sui social. Un dramma senza fine quello della piccola che ha però trovato la forza e il coraggio di raccontare tutto e trascinare quei mostri nell’incubo insieme a lei.
