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Stuprata dal branco a Marechiaro, la vittima: “Ho visto il ragazzo che amavo andare via e ho capito tutto”

Ha 15 anni la vittima dello stupro di gruppo avvenuto a Marechiaro lo scorso maggio, ma non le manca il coraggio. La ragazzina ha indicato i suoi carnefici cercandoli su Facebook, ha denunciato il branco e poi ha raccontato tutto confermando la sua versione durante l’incidente probatorio che si è celebrato dinanzi ai pm e ai giudici del Tribunale dei Minori.

Quattro mesi di indagini per arrivare a una conclusione: tre indagati, tutti minorenni, sono finiti in tre comunità diverse con l’accusa di violenza sessuale. I carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno arrestato i colpevoli, finiti al centro di prima accoglienza direttamente dalle loro abitazioni di Forcella, Capodichino e Borgo Sant’Antonio. La storia dello stupro, raccontata dalla vittima, è agghiacciante e nasce dal rapporto di fiducia che la 15enne aveva con un ragazzino. Una frequentazione di poche settimane che per un’adolescente si trasforma subito in amore, ma che ben presto degenera nel dramma.

Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, la 15enne ha raccontato di esser stata prima denudata e toccata ovunque da due 16enni e poi violentata da un ragazzo di 17 anni. “Ero impietrita, non avevo la forza di urlare per chiedere aiuto” – spiega- “Credevano fosse un gioco, ma per me non era così. Io non volevo che mi toccassero, che mi spogliassero e poi quando mi sono voltata e accorta che il ragazzo che amavo era andato via, ho capito che per me non c’era più speranza. Bloccata dal terrore li ho guardati e ho detto: adesso fate presto e lasciatemi andare via“. La casa degli spiriti di Marechiaro diventa così il luogo dell’orrore e del tradimento per la ragazzina. Nessun pentimento da parte dei colpevoli che in questi quattro mesi hanno continuato a sbeffeggiare la vittima sui social con frasi del tipo “Vi lamentate del caldo, dei 35 gradi, però quando state a 90 non dite nulla“. Giovanissimi, due di loro, sentinelle dello stupro, sono figli di capoclan del Vasto-Arenaccia, con aria di “bambini che si sentono grandi uomini” hanno pianto quando ieri notte i carabinieri hanno bussato alla porta di casa. Hanno smesso di ridere per quello che avevano commesso e adesso tremano di paura.