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Scampia blindata, il primo bilancio del maxi-blitz. La caccia a Marco Di Lauro “resta una priorità”

"Operazioni come questa segnano la difficoltà dei latitanti di essere sul proprio territorio"

Dieci arresti, 1131 persone controllate, appena 13 chili di droga sequestrati e diverse armi ritrovati. Sono solo alcuni dati del blitz che questa mattina ha visto circa 700 uomini, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, “saturare” il quartiere napoletano di Scampia. Un’operazione di vaste proporzioni di carattere “preventivo” e non solo “repressivo” sottolineano nella conferenza stampa tenutasi alle 17 in Prefettura alla presenza del Prefetto Carmela Pagano, del questore Antonio De Iesu, del Comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Ubaldo Del Monaco, e del comandante provinciale della Guardia di Finanza, il generale Gianluigi D’Alfosno.

Settecento uomini appartenenti alle forze di polizia suddivisi su tre turni (mattina, pomeriggio e sera) che hanno dato il via a una serie di operazioni interforze che “saranno ripetute con una cadenza temporale – spiega De Iesu – come avvenuto nel Rione Sanità o nei giorni scorsi nella zona di piazza Garibaldi”. “L’operazione di oggi – sottolinea il prefetto Pagano – si inserisce nell’ambito dell’attività delle forze dell’ordine che in perfetta sinergia tra di loro fanno sentire forte la presenza dello Stato ai cittadini, ai vari territorio da cui noi riceviamo questo messaggio di voglia di vicinanza dello Stato alle loro attività quotidiane che spesso si svolgono in condizioni difficili”.

I NUMERI  – Diffusi intanto i primi numeri dell’Alto Impatto che andrà avanti per tutta la giornata di martedì 3 ottobre. I dati sono relativi alle ore 13. Intorno alle 20 invece verranno diffusi quelli relativi al secondo turno, mentre domattina saranno resi noti i dati relativi alle operazioni serali e notturne.

  • persone controllate 1131
  • mezzi controllati 756
  • documenti controllati 1123
  • perquisizioni personali 50
  • perquisizioni veicolari 15
  • perquisizioni locali (appartamenti, ecc.) 84
  • droga sequestrata 13 chili
  • auto sequestrate 46
  • arresti 10
  • denunciate in stato di libertà 5

 

“ORA L’ALTRO STATO FACCIA LA SUA PARTE” 
Un’operazione di saturazione che, così come accaduto nel Rione Sanità, ha poi bisogno poi della presenza dell’altro Stato “quello più importante – sottolinea Don Francesco Minervino, parroco di Miano -, che dovrebbe mostrare lavoro, occasioni di sviluppo, alternative serie al narcotraffico. E con questo non sto criticando chi in divisa fa il proprio dovere, per loro tanta gratitudine. Ma l’esercito di occupazione non basta a pacificare zone dove troppe famiglie hanno problemi a mettere il pane a tavola”.

700 UOMINI: NUMERI ECCESSIVI?
Sul massiccio dispiegamento di forze dell’ordine il prefetto Carmela Pagano ribadisce come, nonostante non ci sia più la stessa
 densità criminale degli anni passati, questo non significa che non si possono fare operazioni del genere”. La gente ha una “percezione positiva – ribadisce il questore De Iesu -. Io sono per la politica del fare. E’ importante fare le cose. Il controllo del territorio prescinde da attività come quella di oggi. Le attività investigative vanno avanti con una velocità quasi superiore a quella delle forze dell’ordine”.  “Ricordiamo inoltre – sottolinea il colonnello Del Monaco – che negli ultimi anni sono state smantellate numerose organizzazioni camorristiche di Scampia e Secondigliano così come quelle del centro storico di Napoli”.

LA LATITANZA DI MARCO DI LAURO
Da quasi 13 anni latitante, la cattura di Marco Di Lauro, quarto figlio di Ciruzzo ‘o milionario, resta una “priorità di tutte le forze di polizia. E’ uno dei latitanti emblematici di questa città. Operazioni come quelle di oggi segnano anche la difficoltà dei latitanti di essere sul proprio territorio pensando di essere protetti”. Parole del questore Antonio De Iesu che lascia intendere come per “F4” sia difficile continuare a nascondersi a Scampia. Più probabile –  ma sicuramente non certo – che Di Lauro jr si trovi altrove, magari all’estero come ipotizzato nei mesi scorsi dagli investigatori.