L’attrice napoletana Ludovica Nasti, nota al grande pubblico per aver interpretato la piccola Lila nella serie fenomeno “L’amica geniale”, è stata ospite nel salotto de “La Volta Buona”, condotto da Caterina Balivo. Durante l’intervista, l’artista ha ripercorso la sua intensa esperienza sul set e, con grande commozione, ha condiviso il ricordo di uno dei momenti più difficili della sua vita: la lotta contro la leucemia a soli 5 anni. L’attrice ha parlato della sua degenza in ospedale e del successivo isolamento domestico, un periodo in cui poteva vedere soltanto i suoi genitori. L’attrice ha ringraziato la vita per l’opportunità offerta dal ruolo ne “L’amica geniale”, vivendolo come un riscatto per la bambina che, costretta in casa per mesi, si intratteneva con un microfono giocattolo, organizzando “talent show” casalinghi con i genitori come giudici.
La Nasti, pur non riuscendo a trattenere la commozione, ha descritto quel periodo come vissuto con la “spensieratezza di una bambina di cinque anni”, benché fosse pienamente consapevole della gravità della situazione. Ha spiegato che i genitori le raccontavano tutto “sotto forma di gioco”, aiutandola a superare mesi difficili che le impedivano di vedere chiunque, inclusi i suoi fratelli. La sua storia, però, è soprattutto un inno alla resilienza e alla voglia di vivere. Con una forte carica emotiva, l’attrice ha dichiarato: “Mi sono ripresa tutto quello che la vita mi doveva”, sottolineando di aver recuperato pienamente tutto ciò che le era stato precluso durante la malattia e la convalescenza.
L’attrice ha concluso il toccante racconto evidenziando l’importanza di veicolare messaggi di speranza attraverso la sua esperienza. Sottolineando i progressi della ricerca e della medicina, Ludovica Nasti ha esortato a crederci, trasformando la sua battaglia personale in un messaggio di incoraggiamento per chi sta affrontando sfide simili. La sua partecipazione a “L’amica geniale” e la sua visibilità pubblica diventano così uno strumento per diffondere ottimismo e fiducia nel futuro, dimostrando che anche le esperienze più complesse possono portare a un riscatto e a un rinnovato apprezzamento per la vita.
