Una notizia falsa sulla morte di Massimo Ranieri ha scosso il web nelle scorse ore, generando rapida diffusione e confusione. La fake news, originata da un sito noto per la disinformazione, è riuscita a ingannare persino motori di ricerca e aggregatori di notizie, nonostante l’assenza di conferme dai media tradizionali. L’artista napoletano è stato costretto a smentire personalmente la notizia attraverso i suoi profili social, confermando che la sua salute è ottima e ribadendo che si trattava di un’ennesima bufala. Anche il deputato e giornalista Francesco Borrelli ha contribuito a chiarire la situazione, avvisando i suoi follower.
Questa situazione evoca il celebre episodio di Mark Twain, che oltre un secolo fa smentì la sua morte con la famosa frase: “La notizia della mia morte è grossolanamente esagerata”. A distanza di così tanto tempo, sembra che il problema delle notizie false non sia cambiato. Nell’era dei social, le fake news sui decessi di personaggi famosi viaggiano a una velocità incredibile e diventano virali con estrema facilità. Recentemente, anche altre figure pubbliche come Maurizio Mattioli, Umberto Tozzi e persino Papa Francesco sono stati vittime di simili bufale.
Il fenomeno delle fake news sui decessi non è nuovo e ha colpito molti personaggi nel tempo. Maurizio Mattioli ha commentato la sua falsa morte affermando che “queste cose non fanno più ridere”. Tra le vittime più recenti c’è anche Salvatore Desideri, il cui caso è stato particolarmente crudele, con l’invenzione di un incidente stradale. Non si può dimenticare lo scherzo di cattivo gusto subito da Sandra Milo in diretta TV nel 1990, quando una telefonata le annunciò falsamente la morte del figlio, facendola scappare dallo studio in lacrime e in preda al panico.
