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Nino D’Angelo e la felicità: “Se dovessi rinascere vorrei farlo come e dove sono nato, da povero”

Nino D’Angelo è stato uno dei protagonisti della Mostra del Cinema di Venezia grazie al documentario “Nino. 18 giorni”, diretto da suo figlio, il regista Toni D’Angelo. Il film, un ritratto intimo del cantautore napoletano, esplora i momenti cruciali della sua vita e carriera, partendo dai luoghi simbolo della sua crescita personale e artistica, da San Pietro a Patierno a Casoria.

L’opera prende il via da un episodio significativo: i 18 giorni che D’Angelo trascorse a Palermo per la sua celebre sceneggiata, proprio mentre nasceva il figlio Toni. La narrazione del film si propone come un viaggio per recuperare quei giorni di lontananza, consentendo al regista di scoprire aspetti inediti della vita del padre. Il documentario affronta anche i difficili momenti vissuti dal cantante, come la scelta di lasciare Napoli per Roma a causa delle violenze legate alla camorra e la decisione di abbandonare il suo iconico caschetto biondo, una maschera che lo aveva portato a una profonda crisi d’identità.

In un’intervista al settimanale Oggi, D’Angelo ha confessato le sue emozioni più intime, rivelando il grande dolore provato nel lasciare la sua città natale e il senso di smarrimento dopo aver cambiato look. Il cantautore ha anche riflettuto sul concetto di felicità, affermando di essere stato più felice da povero che da ricco. Con una frase che riassume la sua filosofia di vita, ha aggiunto che, se dovesse rinascere, vorrebbe farlo “dove e come sono nato”, perché la vita è una conquista quotidiana.