L’indagine, partita dalla denuncia di Stefano De Martino e Caroline Tronelli per la diffusione online di un loro video privato, ha portato alla luce una vasta rete illegale. Gli investigatori hanno scoperto una piattaforma che vendeva video rubati da circa 2.000 impianti di videosorveglianza in tutto il mondo, di cui 200 si trovano in Italia. I filmati provengono da diversi ambienti, tra cui alberghi, studi medici, supermercati e anche abitazioni private.
La scoperta e il tariffario della piattaforma
A scoprire il portale illegale è stata la società trevigiana di cybersicurezza Yarix. Dopo la segnalazione al Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Venezia e alla Polizia Postale, la procura ha aperto un’indagine. Il sito, attivo almeno da dicembre 2024, permette di visualizzare brevi estratti gratuiti delle registrazioni e offre la possibilità di acquistare l’accesso completo alle videocamere. I prezzi variano da 20 a 575 dollari a seconda della popolarità e del numero di visualizzazioni. Il sito non è sul dark web ed è facilmente accessibile tramite un bot su Telegram. Il dominio del portale è registrato alle Isole Tonga, un’area con leggi più permissive.
La vulnerabilità dei sistemi di videosorveglianza
Secondo Diego Marson, capo tecnico di Yarix, il problema principale risiede nella vulnerabilità dei sistemi di sorveglianza domestica. Molte telecamere, anche quelle più costose, sono facilmente “bucate” a causa dell’uso di credenziali deboli, della mancanza di doppia autenticazione e del mancato aggiornamento del firmware. Spesso, gli utenti non cambiano le password predefinite, lasciando una porta aperta ai criminali. L’indagine non esclude che alcuni dei video venduti possano provenire da set pornografici, utilizzati per attirare un maggior numero di utenti sulla piattaforma e indurli all’acquisto. Le indagini continuano per identificare tutte le piattaforme simili attive.
