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La morte del dj napoletano a Ibiza: la testimone: “Correva su un balcone, inseguiva una ragazza”

Le circostanze della morte di Michele Noschese, 35 anni, noto come Dj Godzi, avvenuta a Ibiza nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 luglio, si fanno sempre più complesse e drammatiche. La famiglia, convinta che qualcosa non torni, ha presentato una denuncia ipotizzando l’omicidio, mentre emergono nuove testimonianze che gettano un’ombra sull’intervento della Guardia Civil.

La vicenda ha avuto inizio sabato mattina, intorno alle 8:00, in un condominio residenziale a Ibiza. Una residente anonima ha raccontato al Corriere della Sera di aver visto Michele Noschese inseguire una ragazza da un balcone all’altro. La ragazza è riuscita a scavalcare un divisorio e a rifugiarsi sul balcone del vicino Xavier, con Michele ancora dietro di lei. I presenti hanno cercato di richiamarlo urlando in spagnolo, quando Xavier è intervenuto, venendo afferrato da Michele, che a sua volta ha gridato di voler chiamare la polizia.

Pochi minuti dopo, è intervenuta la Guardia Civil. Raffaele Rocco, 34 anni, commerciante a Ibiza e amico stretto di Noschese, ha dichiarato di aver visto Michele “esalare l’ultimo respiro nella stanza del terzo piano”. Secondo il suo racconto, gli agenti avrebbero immobilizzato il dj con manette ai polsi e alle caviglie, bloccandolo su un letto, mentre Michele gridava: “Lasciatemi! Lasciatemi!”. Rocco sarà ascoltato dagli inquirenti nei prossimi giorni, così come la testimone spagnola, che ha confermato di voler “dire tutto alla polizia”.

L’autopsia eseguita sul corpo di Noschese avrebbe evidenziato tracce di sostanze stupefacenti, ma, secondo quanto riportato, nessuna lesione compatibile con percosse. Una ricostruzione che la famiglia rifiuta categoricamente. Giuseppe Noschese, padre di Michele ed ex primario del “Trauma Center” del Cardarelli di Napoli, denuncia l’assenza di un consulente tecnico della difesa durante l’autopsia e la velocità con cui l’esame è stato condotto, definendolo “fatta in fretta e senza contraddittorio”.

L’indagine, condotta dalla stessa Guardia Civil, è tuttora in corso. Tuttavia, per la famiglia, che ora ipotizza responsabilità dirette nell’intervento, l’obiettivo primario è uno solo: capire cosa sia realmente accaduto nei minuti che hanno preceduto la tragica morte del dj.