Voce di Napoli | Navigazione

Abusato a scuola dalla prof. in Campania, il papà: “È sconvolto, si sentiva sporco”

ha destato molto scalpore il caso del minorenne vittima di abusi sessuali da parte di una professoressa. Esplicite avances, foto e video mandate in chat e una sorta di stalkeraggio. Il bambino ha poi raccontato tutto ai genitori che hanno sporto denuncia. I fatti sono accaduti a Benevento. La docente è stata sospesa e messa agli arresti domiciliari.

Di seguito pubblichiamo alcuni estratti dell’intervista rilasciata dal papà della vittima a La Repubblica: “Mio figlio con l’aiuto nostro e di tutti gli altri si sta riprendendo. Ma ha subito un trauma, questo è innegabile. Dobbiamo aiutarlo a lasciarselo alle spalle. Mia moglie aveva notato atteggiamenti insoliti da parte di quella donna nei confronti di nostro figlio“.

Per come si rivolgeva a lui nei messaggi whatsapp sul gruppo di classe, ma non solo. Una volta mio figlio era uscito a mangiare un panino con alcuni amichetti e lei, pur abitando a trenta chilometri di distanza, si era messa in auto per raggiungerlo. Già questo ci sembrò a dir poco anomalo. Poi si sono verificate altre situazioni, che mi consentirà di non raccontare qui per ragioni di riservatezza, che avevano insospettito mia moglie. Io invece ero perplesso. Ma oggi, alla luce di quello che è emerso dopo, ogni cosa assume tutt’altro significato“.

Un giorno mio figlio è tornato a casa dalla scuola sconvolto. Il bambino si sentiva sporco, si lavava il viso. Gli abbiamo chiesto perché ed è scoppiato a piangere. Così, ci ha raccontato che la professoressa lo aveva chiamato mentre era in classe e gli aveva chiesto di seguirla nella sala dei professori, dove gli aveva rivolto delle avance. Sì. Ma ci tengo a chiarire che era sempre lei a inviare video e fotografie al bambino, lui non ha mai ricambiato. Allo stesso modo, non è vero che ci sia stato “sesso in classe”, come è stato scritto, ma solo quell’episodio di cui ho parlato prima. Non entro in valutazioni di carattere giuridico che spettano ai magistrati. Come genitori però siamo ancora oggi indignati per quello che nostro figlio ha dovuto subire“.