Voce di Napoli | Navigazione

L’appello al Presidente De Luca di un cittadino: “Sud impoverito e depredato, è ora di agire”

La lettera per il Governatore che ha stravinto le elezioni: "Iniziamo a riprenderci il Banco di Napoli"

Con quasi il 70% dei voti ottenuti e la conquista di un’ampia maggioranza dei seggi in Consiglio regionale, Vincenzo De Luca potrà iniziare questo nuovo mandato con la forza dei numeri dalla sua parte.

Il Governatore ha già indicato le priorità, lavoro e piano economico-sociale. Un percorso che la regione Campania ha intrapreso a causa dell’emergenza targata coronavirus. Ma da una parte di cittadini si è levato un altro coro.

Un messaggio, o meglio un appello sotto forma di lettera ufficiale, che chiede al  Presidente di ergersi a paladino del Meridione con l’obiettivo di mettere questo territorio al centro dell’azione di Governo.

È stata un’iniziativa personale che sta iniziando ad avere un pò di consensi e spero si tramuti in concreta azione politica“. Ci ha detto Alfredo Cozzolino, nato a Portici e in passato impegnato in politica.

La distribuzione delle risorse pubbliche è fuori da ogni logica così che al 34% della popolazione del Paese, ovvero al Sud viene, destinato il 28% delle del totale, cioè 61,5 miliardi di euro in meno rispetto al dovuto – ha affermato il Sig. Cozzolinoe questo denaro è distribuito alle regioni che vanno dalla Toscana a tutto il nord, con esclusione delle regioni a Statuto speciale. Gli stessi fondi europei vengono attribuiti per competenza alle regioni meridionali cui sono destinati , ma poi per cassa vengono tolti a quelle regioni ed usati per interventi in altre zone del Paese alimentando la consueta disparità e distanza economica e sociale tra il Nord e il Sud“.

Ma attenzione questo appello non è basato su un risentimento anti italiano o anti nordista: “Un Meridione forte fa bene a tutta Italia, un Meridione italiano e inquadrato in Europa – ha spiegato il Sig. CozzolinoE invece il Sud Italia è considerato dall’Unione Europea come la terra più povera del continente“.

Da cosa bisognerebbe partire? “Dall’idea di rendere il Meridione la California d’Europa. Investire nella infrastrutture, nella rete stradale e ferroviaria tra le città del Sud e il resto del Paese. Nei collegamenti aerei. Si immagina un imprenditore napoletano o barese che per raggiungere l’altra città prende un aereo che prima lo porta a Roma e poi da lì a Bari o a Napoli? E’ una visione dei collegamenti fuori da ogni logica. Per non parlare del collegamento ferroviario o della autostrada Napoli Bari. Le nostre città vanno riqualificate e restaurate con un’attenzione particolare all’ambiente e alla qualità dell’aria e del vivere in società. È da qui che tutto il Sud e la Campania devono ripartire. Sono queste le basi per arginare la povertà e i drammi sociali che sfociano nella disoccupazione e nella piaga dell’emigrazione dei nostri giovani“.

Infine, una prima proposta concreta: “Ho scritto una lettera destinata al Presidente De Luca. Un primo passo potrebbe essere ricostituire il Banco di Napoli. La vicenda relativa all’istituto bancario, tra i più importanti della storia italiana, ha tante zone grigie per le quali le istituzioni devono fare chiarezza. Avere una banca del Sud forte e solida potrebbe garantire, ad esempio, lo sviluppo delle imprese locali che di conseguenza creerebbero maggiori ricchezza e opportunità per la nostra terra“.

La lettera per De Luca –

Egregio Presidente,

credo nella sua forza di combattere per il bene della Campania e più in generale per tutte le popolazioni del Meridione d’Italia. Forte di questa certezza Le chiedo di battersi sin d’ora per una più giusta ed equa divisione della ricchezza e di chiarire una volta per tutte lo sconcio della spesa storica e di determinare i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) così come previsto dalle Leggi di questo Paese e non da una bizzarra applicazione temporaneamente ( ed Italia nulla è più definitivo del temporaneo) prevista dalla legge 42/2009 voluta dal leghista Calderoli.

Ciò detto credo che un primo passo affinchè la giustizia retributiva trionfi sia quello di CHIEDERE A VIVA VOCE LA RIFONDAZIONE DEL BANCO DI NAPOLI. Come Ella sa la certificazione della fine del BANCO DI NAPOLI è avvenuta il 26/11/2017 con l’incorporazione definitiva del BANCO DI NAPOLI nel Gruppo Intesa San Paolo di Torino.

E’ utile ricordare che nei primi anni 80 La Cassa del Mezzogiorno chiese al BANCO di NAPOLI di anticipare una somma equivalente a circa 7 miliardi di attuali Euro, per opere affidate a numerose aziende e che successivamente sarebbero state finanziate dalla Cassa medesima. Il 6 Agosto 1984 con Decreto del Presidente della Repubblica, il Governo soppresse la Cassa del Mezzogiorno senza provvedere al rimborso dei finanziamenti che il BANCO di NAPOLI aveva erogato su indicazione della Cassa stessa. In qualsiasi Paese del mondo questa operazione sarebbe stata sanata con stanziamenti a carico del Governo, non potendo il BANCO DI NAPOLI essere ritenuto responsabile di tale situazione. invece accadde che l’allora Governatore della Banca D’Italia e l’allora Ministro del Tesoro dichiararono inesigibili i crediti del BANCO DI NAPOLI, che in questa situazione era a rischio fallimento. Così si arriva alla vendita del 60% del BANCO DI NAPOLI.

Anno 1997 – Il Ministro del TESORO organizza un ‘asta pubblica di vendita per il 60% del BANCO DI NAPOLI.

All’asta sono presentate 2 OPA (Offerta Pubblica di Acquisto):
a) MEDIOCREDITO CENTRALE (Istituto del Sud) che offre 4000 miliardi di lire;
b) BNL-INA che offre 61 miliardi di lire.

Il Ministro del Tesoro assegnò la vendita alla BNL-INA, erigendo un monumento al conflitto di interesse giacchè, allora, il Ministero del Tesoro deteneva il 100% delle azioni BNL. Solo 2 anni dopo la San Paolo IMI chiede di acquistare il 60% del BANCO DI NAPOLI offrendo 1.000 (mille) miliardi. In seguito la San Paolo IMI offrirà 6.000 (seimila) miliardi per acquistare il restante 40% del BANCO DI NAPOLI che era ancora di proprietà della Fondazione Banco di Napoli.

Appare piuttosto strano una banca in base a valutazioni di interesse societario a fronte dei 61 miliardi pagati dalla BNL-INA per il 60% del BANCO DI NAPOLI decide di offrire 1.000 miliardi per quello stesso 60% ed in seguito ulteriori 6.000 miliardi per il restante 40% ovvero un somma complessiva di 7.000 miliardi per una Banca giudicata cadavere.
Nel frattempo per i crediti giudicati inesigibili viene costituita una Bad Bank (SGA: Società Gestione Attiva) che recupererà il 94% circa dei famosi crediti inesigibili. Va ancora precisato che la SGA del Banco di Napoli ha ottenuto enormi utili dalla riscossione dei crediti considerati inesigibili e grazie a questo profitto la Banca d’Italia ha potuto creare il Fondo Atlante con cui sono state salvate tante banche.

Sulla scorta di questi appunti Le chiedo Presidente DE LUCA di volersi battere per la rinascita del BANCO DI NAPOLI. L’ESISTENZA DI UNA BANCA O LA SUA ASSENZA, IN UN TERRITORIO DI RIFERIMENTO, HA UNA RICADUTA IMPORTANTE SULLA SOCIETA’ DI RIFERIMENTO E SUL TERRITORIO CON ATTIVITA’ SOCIALI, CULTURALI E DI SUPPORTO CHE UNA BANCA PUO’ FINANZIARE.

CHIEDO A TUTTI DI VOLER FIRMARE QUESTA LETTERA ED INVIARLA Al PRESIDENTE DE LUCA AL SEGUENTE INDIRIZZO MAIL: seg.presidente@regione.campania.it

Grazie, Alfredo COZZOLINO“.

L'appello al Presidente De Luca di un cittadino: "Sud impoverito e depredato, è ora di agire"