Quel giorno non l’ha visto tornare a casa e soltanto il mattino seguente ha saputo che il suo Thomas non c’era più. Cinthia, la moglie dell’operaio deceduto nel crollo di Pianura, in un’intervista a Repubblica ha chiesto che sia fatta giustizia.
Il racconto della moglie di Thomas, l’operaio morto nel crollo di Pianura
Ha raccontato che lei e il marito avevano un sogno, quello di ricongiungersi con i loro figli in Africa o avrebbero fatto venire loro in Italia. “È come se Thomas non fosse mai esistito. Non ho avuto sue notizie per un giorno intero, è morto da quasi una settimana eppure non mi hanno ancora permesso di vederlo. Trattato come un fantasma. Ma era un uomo, era mio marito. Il padre dei nostri tre figli”, questo il grido composto di dolore di una donna che vuole sapere cosa è accaduto al marito.
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“Lavoravano insieme da un paio d’anni. Prima gli davano 50 euro al giorno, poi con il coronavirus gli hanno detto che c’erano meno soldi e che la paga sarebbe scesa a 40 euro”, Thomas Daniel lavorava con Ciro Perrucci, l’altra vittima del crollo di Pianura. “Alla giustizia italiana chiedo di dirmi come è morto mio marito”,chiede a gran voce Cinthia.
Nell’intervista ha ripercorso il lungo viaggio che hanno dovuto fare dalla Libia, il passaggio per la Sicilia, Milano e poi Castel Volturno. “Alle otto di sera non era ancora a casa. Non era mai successo prima. Ho provato a chiamarlo, ma non rispondeva. Più passavano le ore, più pensavo al peggio. A letto non ho chiuso occhio. Stavo cominciando a capire”, quel giorno non aveva ricevuto nemmeno una telefonata, nulla che potesse fargli capire cosa fosse accaduto: “Sono andata dai carabinieri, mi hanno spiegato che era successo mentre lavorava. Però non sono riuscita a vederlo, non so dove sia”.
Adesso si sente sola, in una terra che non sente sua, lontano dai suoi figli che sono in Africa e senza Thomas: “Ho il diritto di sapere come è morto mio marito, voglio capire che cosa è successo. Quel futuro che sognavamo, adesso non esiste più”.

