La criminalità si insidia dove lo Stato non arriva. L’inviato de Le Iene Giulio Golia è stato nelle vie dei quartieri più poveri di Napoli, dove la gente con l’emergenza coronavirus ha sempre più difficoltà nel fare la spesa, a sopravvivere. “Non si muore solo di coronavirus, si muore anche di fame”, il grido raccolto tra gli abitanti delle di Scampia, dei quartieri Spagnoli dal rione Sanità.
IL SERVIZIO
E c’è chi ammette che qualche aiuto sta arrivando, ma non dallo Stato: “Vogliamo chiamarla camorra? Chiamiamola camorra”, dice un ragazzo all’inviato de Le Iene. “Non so chi sia, ma ringraziamo Dio che c’è qualcuno che ci pensa. Se non fosse per quel pacco, qualcuno il piatto a tavola non lo mette”, assicura. Il servizio completo nel video qui in alto.
LE ACCUSE E LA REPLICA
Il servizio ha scatenato i napoletani che hanno accusato Le Iene di far vedere solo la parte brutta di Napoli. Giulio Golia ha provato a giustificarsi su Instagram: “Io sono nato a Napoli e l’amo. La solidarietà non può durare in eterno e non arriva dappertutto. Quello che abbiamo voluto fare è lanciare un allarme alle istituzioni: la camorra, così come la mafia e la ‘ndrangheta, si sta insinuando in questo vuoto. Non possiamo chiedere che a colmarlo sua il grande cuore del popolo napoletano con le tante e straordinarie iniziative di solidarietà”.
