Alleanza di Secondigliano in ginocchio. E’ denominata “Cartagena“, l’imponente operazione all’alba dei carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) e del comando provinciale di Napoli, con l’esecuzione su tutto il territorio nazionale di oltre 100 provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della repubblica partenopea nei confronti di appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi.
L’attività di indagine è stata condotta anche con l’apporto investigativo della polizia di Stato e della Dia. Contestualmente, inoltre, la guardia di finanza ha sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato dai clan. Il procuratore Giovanni Melillo terrà una conferenza stamattina alle 11 in Procura.
IL POTERE DELL’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO – Accanto alla nuova fisionomia dei “moderni gruppi camorristici”, contraddistinti da “eserciti” di giovani senza “una vera e propria identità”, sopravvivono alcuni clan della “passata tradizione criminale”, storicamente e saldamente radicati sul territorio, che continuano a preservare la propria forza attraverso le nuove generazioni, puntando su grossi traffici internazionali e investimenti finanziari. Questo è quanto emerge in una recente relazione della Direzione Investigativa Antimafia.
Numerose operazioni hanno documentato la perdurante operatività della federazione criminale nota come “Alleanza di Secondigliano” (clan Contini, Mallardo, Licciardi), all’interno della quale un ruolo preminente è stato riconosciuto dagli altri sodalizi federati al gruppo Mallardo. Come si legge nell’ordinanza, la specificità dell’Alleanza di Secondigliano sta “nella compartecipazione occulta in società di varia tipologia e nelle capacità di queste nell’assumere un ruolo di preminenza in diversi mercati”, secondo un modus operandi che ha consentito a quell’aggregazione criminale di accumulare milioni di euro, parte dei quali oggetto di sequestro nell’ambito della citata operazione”.
