A distanza di un anno e mezzo dalla scomparsa dei tre napoletani in Messico, spunta una intercettazione che incastra el Quince, uno dei due malavitosi arrestati nei mesi scorsi, che avrebbe informazioni sui tre napoletani scomparsi, in particolare su Antonio Russo (figlio di Raffaele Russo, il primo a sparire) e Vincenzo Cimmino.
Secondo quanto emerso dalle indagini, e confermato dallo stesso Stato messicano che dopo mesi ha risposto al ricorso presentato all’ONU dall’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani, “il Quince era a conoscenza del rapimento degli italiani e questo dato emerge da un’intercettazione telefonica nella quale conversa molto presumibilmente con un capo cartello locale il quale comunica di essere in possesso di due italiani che si chiamano Russo e chiede al Quince istruzioni su cosa fare” spiega l’avvocato Falleti che poi aggiunge la risposta, agghiacciante, del boss: “Fatene ciò che credete, lasciando il libero arbitrio all’interlocutore”.
Il legale aggiunge che “sulla macchina guidata da Raffaele sono state trovate delle impronte digitali e si è ancora in attesa dei risultati”. “Dopo un anno e mezzo e tanto lavoro processuale a livello internazionale – afferma Falleti – vogliamo risposte sia dai tribunali che dalla politica. Il sottosegretario Merlo è in partenza per una missione che toccherà anche questo tema. Speriamo che tutto il lavoro che ho svolto finora insieme con l’avvocato Herrera di Madrid possa essere di aiuto”.

