Evasione da film la scorsa notte nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta. Due detenuti hanno segato le sbarre della finestra e sono riusciti a raggiungere l’esterno del penitenziario calandosi giù con le lenzuola si sono dileguati approfittando della pioggia battente.
I due sono Ervis Markja, 26 anni, e e Adriatik Geka, 28 anni, di nazionalità albanese e in carcere per reati di sequestro di persona, concorso in ricettazione, rapina, lesioni e furto. Le ricerche dei due fuggitivi sono state estese in tutta la provincia di Caserta e Napoli. Un’indagine interna ed una della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono state aperte per far luce sull’episodio.
La casa circondariale di Carinola, come hanno sottolineato alcune sigle sindacali della polizia penitenziaria, è da tempo sguarnita del personale e mancano allarmi perimetrali. A diffondere la notizia dell’evasione il segretario regionale dell’Uspp (Unione sindacale polizia penitenziaria) Ciro Auricchio e il segretario nazionale Giuseppe Moretti, che denunciano “le condizioni di estrema precarietà e scarsa sicurezza in cui versano molti istituti campani, tra cui quello di Carinola, fortemente sotto organico; mancano all’appello, rispetto alla pianta organica, almeno 60 agenti”. “Siamo stanchi di una politica cieca e lontana dalle reali esigenze operative del Corpo di polizia Penitenziaria – afferma Moretti – auspichiamo una svolta affinché l’allarme da troppo tempo ormai levato sia finalmente recepito da politiche di sostegno sia in termini di potenziamento degli organici che di decongestiomamento del sovraffollamento”.
“Dopo l’evaso di Cosenza, si conta la poco invidiabile media di tre detenuti in una settimana. Siamo all’evidente fallimento della gestione penitenziaria, con le carceri che sembrano divenute colabrodo e la Polizia penitenziaria che viene messa alla berlina per l’incapacità, o la mancanza di volontà, della politica di intraprendere un percorso virtuoso di investimento e rilancio del sistema di esecuzione penale”. Così Gennarino De Fazio, per la Uilpa Polizia Penitenziaria nazionale, commenta la duplice evasione avvenuta dal carcere di Carinola a una settimana esatta dalla rocambolesca fuga dalla Casa Circondariale di Cosenza. ”Il sacrificio delle donne e degli uomini del Corpo di polizia penitenziaria che ogni giorno rappresentano lo Stato nelle patrie galere – continua De Fazio – quale ultimo baluardo di legalità, nonostante vuoti organici, carenze di risorse economiche, fatiscenza delle strutture e tecnologie insignificanti, subendo anche continue aggressioni da parte dei detenuti, non può essere reso vano da chi detiene la responsabilità amministrativa e, soprattutto, politica delle carceri. Tutto ciò non può non indurre a ragionamenti più approfonditi e, magari, ad un’autocritica dalle parti di Via Arenula”. “Il ministro Bonafede faccia in modo che l’inasprimento delle pene non riguardi solo chi si scaglia contro le forze dell’ordine nelle manifestazioni di piazza, ma si batta e pretenda l’introduzione di un nuovo reato – o almeno di un aggravante che aumenti il minimo edittale – per chi commette violenze ai danni degli operatori della sicurezza trovandosi in stato di detenzione”. ”Apprezziamo – conclude De Fazio – la ‘buona volontà’ del Capo del Dap Basentini che proprio ieri ha informalmente rappresentato di voler convocare i sindacati mercoledì prossimo per ragionare proprio di organici e di eventi critici, ma temiamo che senza l’istituzione di una task force permanente al ministero della giustizia e investimenti certi e immediati del Governo, si possa dibattere solo di pannicelli caldi”.

