Entrambi avevano fatto ricorso dopo che gli era stata rigettata una richiesta di sconto di pena per le condizioni carcerarie degradanti
La stabilito la Cassazione, due detenuti si sono visti accogliere un ricorso per le condizioni disumane e degradanti nelle quali erano costretti a vivere presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta.
La prima sezione presieduta dal giudice Francesco Bonito ha dato ragione ad entrambi i detenuti che si erano visti rigettare una richiesta di sconto di pena. I motivi? Servizi igienici a vista, nessuna grata di separazione tra il water e la cella, acqua non potabile e discarica di rifiuti vicinissima al penitenziario.
È da almeno una decina di anni che vi sono in corso iniziative e proteste sul tema. In merito al problema dell’acqua non potabile le cause potrebbero essere legate alle condotte. Al comune della cittadina casertana spetterà l’intervento.
Invece, per quanto riguarda lo Stir (sito di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti), esso si trova proprio di fronte il penitenziario. D’estate l’aria è irrespirabile anche nel centro di Santa Maria.

