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E’ morto il boss Mario Fabbrocino: nemico eterno di Cutolo, fece ammazzare il figlio

E’ morto all’età di 76 anni il boss Mario Fabbrocino, capo camorra dell’area vesuviana in carcere dal 2005 dopo essere stato stanato dalle forze dell’ordine in una villa a San Giuseppe Vesuviano, suo quartier generale.

Fabbrocino, detto anche ‘o Gravunaro (“il carbonaio) è deceduto nelle scorse ore in ospedale a Parma, città dove era detenuto nel carcere di massima sicurezza dove stava scontando, tra le altre condanne ricevute, una all’ergastolo perché condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio di Roberto Cutolo, figlio del super boss Raffaele, eterno nemico di Fabbrocino. Omicidio che avvenne il 19 dicembre del 1990 in un piccolo comune in provincia di Varese, dove Cutolo jr si trovava in soggiorno obbligato.

Fabbrocino, nato il 5 gennaio del 1943, era malato da tempo. Per anni è stato ai vertici della “Nuova Famiglia” per combattere la “Nuova Camorra Organizzata” di Raffaele Cutolo. Il suo clan, secondo le recenti relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), continua a mantenere la propria influenza tra San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano e Somma Vesuviana.

Di lui il boss pentito Carmine Alfieri diceva in un interrogatorio del 1996: “Tra me e Fabbrocino non c’è mai stata una vera alleanza, ma un rapporto di reciproco rispetto e di sostanziale non belligeranza. Il fattore che ci accomunava era l’odio per Raffaele Cutolo. D’altra parte io ho sempre diffidato profondamente del Fabbrocino e sono stato sempre convinto che se egli avesse potuto, non avrebbe esitato ad uccidermi”.

Fabbrocino è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Roberto Cutolo grazie alla dichiarazioni fornite dal killer Antonio Schettini, divenuto collaboratore di giustizia e auto-accusatosi di ben 37 omicidi.

Nell’immagine l’ex boss Mariano Fabbrocino, Roberto Cutolo e Raffaele Cutolo