Una telefonata chiara, eloquente. Un vero e proprio Sos quello rivolto ai carabinieri da un affiliato al clan Contini, storica costa che con le famiglie Mallardo e Licciardi compone quell’Allenza di Secondigliano che secondo le recenti relazioni della Direzione Investigativa Antimafia continua a “governare” la città di Napoli e non solo (considerati i sempre più fiorenti investimenti in altre regioni italiane e all’estero).
“Correte, mi vogliono ammazzare, temo di essere ucciso dagli uomini del mio stesso gruppo“. Questo il contenuto della telefonata “salvavita” riportata in anteprima dal quotidiano “Cronache di Napoli”. Una telefonata effettuata martedì pomeriggio (21 agosto) da un luogotenente storico del clan Contini, un uomo di 43 anni (le cui identità non è stata svelata per ovvie questioni di sicurezza) sposato tra l’altro con la nipote di un boss (attualmente detenuto) dell’organizzazione criminale organizzata.
“Sono pronto a collaborare con la giustizia” ha poi aggiunto l’oramai ex affiliato al clan, prelevato dai carabinieri nella sua abitazione a Calata Capodichino e trasferito in una località protetta fuori Napoli. Nella giornata di ieri (mercoledì) è stato ascoltato dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che dovranno valutare l’attendibilità dei racconti dell’uomo.

