Da alcune intercettazioni sono emersi dettagli con i quali il clan Lo Russo insieme ai fratelli D'Ari avrebbero voluto coinvolgere i giocatori azzurri
Un vero e proprio sistema in cui ognuno avrebbe avuto il suo ruolo. È questo quello che sta venendo fuori dall’indagine portata avanti dalla Procura di Napoli. “Qua ci vogliono avvocati, medici e calciatori“, avrebbe affermato Mimmo Mollica, il presunto ragioniere dei Lo Russo.
Come riportato da Il Mattino, protagonisti per il sodalizio dell’intera vicenda, sarebbero i fratelli Luigi e Antonio D’Ari, arrestati con l’accusa di reimpiego di capitali sporchi in attività di ristorazione. L’obiettivo è conquistare il Lungomare liberato della città.
E se non ci fossero stati disponibili tutti i capitali necessari, ecco la soluzione: “Mettiamo i calciatori in mezzo“; oppure: “Diamo il locale al calciatore“. Il tramite dei due medici sarebbe stato Marco Iorio, “il marpione che sta facendo un sacco di soldi appresso, che tiene i calciatori“. Addirittura ci sarebbe stata l’intenzione di coinvolgere il bomber dell’Inter Mauro Icardi.
Invece, per quanto riguarda il Napoli, uno dei calciatori che la cricca del riciclaggio avrebbe voluto con se, sarebbe stato Christian Maggio. Secondo quanto emerso da alcune intercettazioni, Mollica avrebbe affermato: “Gigi li sta deviando nel pomeriggio i giocatori del Napoli, sono più contenti di venire il pomeriggio che la sera… sì, Gigi li sta deviando perché si mangia una latrina! Insomma, Gigi ha detto: ‘io li prendo i calciatori’, tiene Maggio pronto“.
È escluso qualsiasi interesse da parte di Maggio nei confronti di questi soggetti e delle loro attività.
