Il miglior vino d’Italia è l’Ischia Doc Biancolella ‘Vigna del Lume’ 2017 secondo la guida “5 Star Wines – The Book” di Vinitaly. La giuria internazionale ha scelto questo bianco per l’eccellenza italiana, con una menzione speciale anche per un altro vino di casa Mazzella, il Villa Campagnano.
Intervenuto alle 52esima edizione di Vinitaly, Nicola Mazzella ha commentato questo importante traguardo: “ci aspettavamo una menzione su entrambe i vini, ma il risultato ottenuto è stato una sorpresa, un amico mentre eravamo in macchina verso Verona, mi ha mandato un messaggio con la notizia. Qual è stata l’arma vincente? Beh, è stata una vendemmia difficile, abbiamo perso molti ceppi e poi, con quest’annata così calda temevamo di non avere profumi, le uve si cuociono e vengono fuori profumi di frutta. Abbiamo aspettato che piovesse, l’uva poi è stata rilavata e la scelta è stata vincente!”.
Nicola e Vera Mazzella rappresentano la terza generazione di produttori della cantina, non si tratta dunque solo di un vino ma di un simbolo che racchiude un’identità e una storia. In questo caso l’anima di questo bianco ha il profumo dell’isola Verde e della terra, del mare che la circonda e di quei vigneti coltivati a picco sul mare.
Un premio dunque che rende orgogliosa la famiglia Mazzella, le cui cantine furono fondate nel 1940 da Nicola e portate avanti dal papà Antonio che si è molto dedicato all’ecosostenibilità. Poi è arrivata la terza generazione della famiglia che ha saputo dare nuovo vigore a questa specialità, “E’ un vino dall’acidità spettacolare e dai molteplici sentori di frutta. – spiegano Nicola e Vera Mazzella, che hanno ritirato il premio in queste ore – Merito soprattutto della natura, in un’annata che ci ha creato non pochi grattacapi per via della siccità. Avevamo paura che i profumi si bruciassero, abbiamo aspettato la pioggia di settembre e il risultato ci ha premiati. Siamo contenti anche per l’isola che rappresentiamo, per la sua identità, per la sua cultura e il suo ambiente, e ancor di più per un settore, la viticoltura, che lega il nostro passato al nostro futuro”.

