Una disgrazia del genere deve invitare a riflettere
La tragica scomparsa di Nicola Marra ha sconvolto tutti, un giovane di 20 anni che muore in un modo così atroce dopo una serata in discoteca, dove presumibilmente si è ecceduto troppo, non può che colpire l’opinione comune. Sono soprattutto i genitori quelli che in questi ultimi giorni si domandano come sia possibile che un ragazzo così giovane, con tutta la vita davanti, sia morto in questo modo.
La disgrazia capitata a Nico, come lo chiamavano gli amici, non può che accendere un faro sui giovani di oggi, definiti nei diversi titoli comparsi sui vari media “I ragazzi dello sballo” oppure “La generazione dai tavoli in discoteca da 1000 euro” e via discorrendo. E così nei giorni che hanno preceduto la morte del 20enne napoletano è stata descritta la vita che conducono i ragazzi tra i 18 e i 25 anni di oggi, una vita fatta di eccessi e sregolatezze, che fotografa anche l’incapacità da parte dei genitori di placare quest’euforia divampante. Un’incapacità descritta perfettamente da un padre, Giovanni Tuccillo, in una lettera a Il Mattino:
“Noi genitori incapaci di resistere alla travolgente vitalità dei nostri figli, alla loro impazienza e voglia di esserci sempre, ad ogni festa. Non possiamo rassegnarci ad assistere a questa roulette russa, che mette a rischio la vita dei nostri figli. Perché ogni sera sono esposti allo stesso rischio, ma non abbiamo soluzioni“.
E oggi ai funerali di Nico, che poteva essere “Il figlio di tutti noi” come sottolineato da Tuccillo, si toccava con mano la preoccupazione dei tanti genitori presenti. Molti hanno accompagnato i loro figli che erano amici del ragazzo, tanti invece erano lì nonostante non conoscessero Nicola, perché questa tragedia ha sconvolto tutti e da genitori si sono sentiti vicini al dramma che stanno vivendo il padre e la madre di Nico.
Da quegli sguardi attoniti di padri e madri traspariva l’angoscia di sentirsi forse incapaci a fermare quella “roulette russa”, quella giostra su cui tutti i giovani vogliono salire e che ad ogni nuovo giro rischia di diventare sempre più pericolosa.
Questi ragazzi amano il divertimento, che troppo spesso tramuta in uno sballo folle in cui si mette a rischio la propria incolumità con il rischio di arrivare a tragedie come quella accaduta a Nicola Marra.
Alcune madri presenti parlavano dei rapporti conflittuali con i loro figli, dei litigi in cui troppo spesso sono questi ultimi a vincere, riuscendo a strappare permessi, aumenti di paghette e l’ultimo modello di scarpe desiderate. Commentavano quanto fosse difficile dire di “no”, imporre la propria autorità e cercare di trasmettere valori e principi che dovrebbero guidare la vita di ognuno di noi.
E il messaggio dei genitori di Nicola, letto da un’altra persona in Chiesa durante la cerimonia, invita tutti a stare più vicino ai propri figli: “A non lasciare che la stanchezza della propria vita sia trasmessa ai nostri figli“.
Una tragedia come quella accaduta a Nicola deve spingere a riflettere per comprendere cosa debbano fare i genitori che si trovano a “combattere” con quella vivacità estrema e, molte volte senza limiti, dei loro figli. E’ a loro che spetta il difficile compito di educarli, ma soprattutto guidarli nelle fasi della loro vita, in quelle in cui rischiano di perdersi e di lasciarsi inebriare da valori effimeri, che travolgano solo per poco tempo. E quanto capitato a Nico deve essere un monito che di più si può e si deve fare.

