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Ospedali allo stremo, paziente “sbaglia” pronto soccorso: “Fatti curare al Cardarelli”

In attesa dell’apertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare e di quello del CTO, con quest’ultimo che, come annunciato poche ore fa dal governatore Vincenzo De Luca, partirà entro metà aprile, la sanità napoletana continua a reggersi per buona parte sul Cardarelli. Qui l’accesso medio giornaliero di pazienti al Pronto Soccorso si aggira sulle 250 unità che talvolta sfiorano anche quota 300. Una situazione di forte emergenza che vede da tempo medici e personale infermieristico lavorare in condizioni di estrema precarietà di fronte a una domanda spropositata di ammalati o presunti tali.

Capita spesso di assistere, così come documentato durante il docu-web “In Prima Linea” realizzato da VocediNapoli.it proprio sul Cardarelli, a cittadini che decidono di recarsi direttamente al pronto soccorso dell’ospedale del quartiere Arenella nonostante risiedono in zone più vicine ad altri presidi d’emergenza come possono essere l’ospedale San Paolo, il Loreto Mare o il San Giovanni Bosco. “Preferisco il Cardarelli perché almeno sono sicura di ricevere tutti gli accertamenti e gli esami necessari” ci ha raccontato una signora. “Non m’importa dell’attesa” – che spesso supera anche le 5-6 ore – “aspetto il tempo che ci vuole anche perché quando mi è capitato di andare altro poi sono sempre ritornata qui in un secondo momento”.

Il referto che raccomanda di andare al Cardarelli (foto Corriere del Mezzogiorno)

Una situazione che non fa bene alla sanità campana e soprattutto a quella napoletana considerato poi che sempre più spesso al Cardarelli a fare “notizia” sono le barelle piazzate nei corridoi del pronto soccorso, dell’OBI (Ossevazione Breve Intensiva) e nei vari reparti. “Non possiamo certo non accogliere i pazienti che arrivano quotidianamente da noi” ha più volte spiegato il direttore Ciro Verdoliva. Non bisogna dunque indignarsi solo per le barelle presenti nel più grande ospedale del sud Italia. Bisognerebbe farlo anche quando – così come documentato questa mattina sul Corriere del Mezzogiorno dal Raffaele Nespoli – arriva un paziente in possesso del referti di  un altro ospedale (il San Paolo in questo caso) che lo esorta “ad afferire al pronto soccorso del Cardarelli”. Non è il primo e sicuramente non sarà l’ultimo episodio nella speranza che l’apertura dei presidi d’emergenza dell’Ospedale del Mare e del CTO possano dare maggiore ossigeno agli operatori che operano al Cardarelli e più dignità ai pazienti.