Doveva essere una semplice visita ginecologica. Invece si è trasformata un un vero e proprio incubo per una ragazza napoletana di 23 anni. Allusioni, battutine, abbracci e un lungo bacio sulla guancia. La storia è stata raccontata da Repubblica Napoli.
E’ una storia che la stessa Maria (nome di fantasia) ha denunciato, per molestie sessuali, ai carabinieri per poi raccontare sul proprio profilo Facebook, in occasione della festa della donna, quello che le è accaduto. Nata a Ischia, Maria ha vissuto sull’isola napoletana fino all’età di 12 anni. Lo scorso mese di gennaio si era recata dal ginecologo per una vista di controllo.
“Ad accendere il medico è stato l’aver appreso della mia omosessualità – racconta – perché quando gli ho spiegato che non ho avuto rapporti con uomini, è partito sparato: “Se avessi avuto trent’anni di meno avrei provato a farti cambiare idea e ci sarei riuscito”. Parole pronunciate dal professionista “guardandomi negli occhi, mentre mi sottoponeva a una transvaginale”.
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Da lì è stato poi un continuo di allusioni sempre più ossessive: “Mi ha detto: “Perché vai a letto con le donne? Avrò la muffa dentro io, ma trovo strana questa cosa dell’omosessualità. Non credo accetterei un figlio gay. Sei troppo bella, torna agli uomini invece di stare con le tue amichette. Ma non ti manca il rapporto con un uomo?”.
Immobile e disorientata, Maria ha subito l’esuberanza del medico quasi impotente. Medico che è arrivato a palpeggiarla anche nelle parti intime: “Sei proprio una monella” mi ha detto, tastandomi il seno e riferendosi ai miei tatuaggi” .
Adesso Maria ha raccontato tutto ai carabinieri e su Facebook ha diffuso un messaggio diventato subito virale. “Grazie a tutte le donne che ho accanto, che hanno saputo farmi capire il loro disgusto, il loro sostegno, la loro comprensione. Grazie alle donne che sostengono altre donne, le loro battaglie e il loro punto di vista; che possono capire profondamente cosa voglia dire questo tipo di abuso e, vestendo i tuoi panni, sanno darti calore e valore. Questa vicenda è stata per me anche chiarificatrice della natura di chi avessi accanto. Mi sono resa conto che ci sono donne che per prime dubitano davanti a questi eventi e che, invece di sostenere, accusano la donna stessa, la vittima stessa”.
“Ci sono donne intimamente subordinate alla figura del maschio”, si legge ancora, “ donne che non giudicano questi comportamenti come molestie, ma come inevitabili avance e che scatenano in loro anche qualche lusinga. Donne deboli che non vogliono vedere i soprusi, che non hanno il coraggio per rendere migliore questo mondo e si limitano ad accettare di buon grado qualsiasi parola di troppo, arrivando anche a giustificare i molestatori. Ecco, io oggi non dico grazie a quelle donne. Non a loro. Troppo spesso l’anno di molte di noi si apre, continua o finisce con una denuncia per molestia sessuale, quando ci va bene. E non grazie alle donne che non alzano la testa o che non sostengono le loro sorelle: cambieremo questo mondo. Donne forti, vi ringrazio. Alle altre donne dico: vi aspetto dall’altra parte. Là dove c’è il coraggio, l’amore per le altre, per voi stesse e magari, forse, un futuro diverso”.
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