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Napoletani scomparsi in Messico, il giallo s’infittisce: sparisce il capo della polizia

Notizie confusionarie, versioni contrastanti e un’unica certezza al momento: sui tre napoletani scomparsi lo scorso 31 gennaio in Messico non ci sono sviluppi investigativi, si continua a navigare nel buio.

Nonostante tre inchieste (autorità diplomatiche italiane, procura federale messicana e procura di Roma) ad oggi non si continuano a perdere testimonianze importanti. Dopo la notizia dell’arresto (non ancora confermato ufficialmente) di tre agenti della Policia municipal di Tecatitlàn, città a 700 chilometri da Città del Messico, dove risiedevano i tre venditori ambulanti delle Case Nuove, non c’è traccia del direttore generale della polizia locale e di un suo collega.

L’unica cosa certa, al momento, sono i rapporti di “collaborazione” tra la polizia di Jalisco e una banda criminale che controlla gli affari illeciti della zona. Si tratta della gang “Nueva generacion de Jalisco”. Il direttore della polizia di Tacatitlàn si è reso irreperibile da giorni, avallando l’ipotesi dei rapporti “fidati” tra forze dell’ordine e cartelli criminali.

Altra novità riguarda invece il napoletano Raffaele Russo, 60 anni, il primo a sparire seguito dopo qualche ora dal figlio e dal nipote “scortati” dalla polizia dopo essere stati intercettati in un distributore di benzina mentre cercavano il 60enne. L’uomo era in Messico da settembre 2017 e secondo quanto diffuso dall’ufficio del procuratore di Jalisco, Fausto Martinez, “avrebbe utilizzato un’identità falsa, facendosi passare per cittadino messicano”. Russo risultava registrato con un falso nome in un hotel della zona. Si faceva chiamare Carlos Lopez.