Il trasporto pubblico a Napoli non eccelle ma, come rivelano i dati in aperto confronto con le maggiori città europee, la situazione partenopea è al collasso. Napoli risulta essere la città dove c’è il numero maggiore di persone che viaggiano a piedi (30%) o con un mezzo privato (51%) per un totale dell’81%. Dato che, se confrontato alle altre realtà, sembra allucinante: nella capitale francese si attesta al 64%, in quella tedesca al 61%, in quella inglese al 60% e dando uno sguardo all’Italia a Roma si ferma al 73% e a Milano al 67%.
Questo è quanto emerge dal dossier Connettere l’Italia realizzato dagli esperti del Ministero delle Infrastrutture nel 2017, dove si evince anche una scarsa dotazione del sistema ferroviario metropolitano, se Parigi vanta infatti una rete di 99 chilometri per milione di abitanti e se le altre città europee sono comunque di poco inferiori, Napoli vede un sistema di 22 chilometri per milione di residenti, anche se in questo caso è comunque più alto di Roma e Torino ma decisamente più basso di Milano.
Si legge nello stesso: “Il ritardo accumulato dall’Italia nello sviluppo delle reti urbane e metropolitane di trasporto collettivo risulta particolarmente marcato rispetto a ferrovie ed autostrade. La situazione, fotografata dalla Fondazione Caracciolo, vede l’Italia in linea con la media calcolata su un panel di città europee in termini di dotazione procapite di servizi su gomma (31,7 veicoli-km per abitante contro i 32,9 km di media europea). Forte si rivela, invece, lo squilibrio in termini di dotazione sia delle linee di ferrovie metropolitane, con solo 20,3 km di rete metropolitana per milione di abitanti rispetto ai 54,3 della media dei paesi europei considerati, che con riferimento alla dotazione di tram, con circa 42,2 km di rete per milione di abitanti contro i 130,7 della media europea. La situazione delle città italiane, ad accezione di pochi casi, è molto lontana da quella che si riscontra in Regno Unito (70,7 km/mln ab.), Spagna (76,4 km/mln ab), Francia (130,1 km/mln ab) e soprattutto Germania (184,3 km/mln ab). I problemi del Paese riguardano non solo le infrastrutture, ma anche la gestione delle aziende: in Italia i costi operativi sono mediamente più alti (+30%) e le tariffe più basse (-50% il singolo biglietto e -40% la tariffa oraria) e, di conseguenza, il grado di copertura dei costi è nettamente inferiore. Il parco mezzi, inoltre, è più vecchio rispetto alla media dei paesi europei (es. l’età media degli autobus italiani è di 11 anni contro i 7,7 in Europa). Questo, assieme alla minore dotazione di infrastrutture urbane e metropolitane per il trasporto collettivo, comporta il maggior uso dell’autovettura in Italia, che nelle città con oltre 250.000 abitanti si attesta sul 62% contro il 43% della media europea. Specularmente, il Trasporto Pubblico Locale è utilizzato da solo il 22% delle persone, mentre in Europa la media è del 32%. Tali cifre hanno ricadute negative in termini di congestione e qualità dell’aria”.
Nella complessità si evidenza il profondo gap italiano, e nello specifico napoletano, per ciò che riguarda le infrastrutture di trasporto pubblico, le quali sono indispensabili per una migliore qualità della vita. Per garantire la mobilità nelle aree abitative è necessario garantire il trasporto pubblico locale, il TPL deve essere però concorrenziale al mezzo privato e quindi rapido ed economico, non avendo in Italia una solida rete infrastrutturale non sorprende il riscontro di un utilizzo elevato di automobili e mezzi privati.
