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Sarri, Insigne e la miglior difesa: il Napoli è un treno in corsa ma alla stampa non interessa

Mentre la stampa si è concentrata sullo "pseudo fuorigioco" e gli sfottò nei confronti del tecnico, ecco i numeri paurosi della squadra azzurra

Continuate a scrivere che siamo piagnoni, continuate a emarginare i casi di razzismo all’interno delle curve che ospitano i match in trasferta del Napoli, continuate a non dare peso a quei dettagli che fanno degli azzurri una squadra unita, forte e in corsa per la vittoria dello scudetto.

Partiamo proprio dall’ultima partita che gli azzurri hanno disputato a Bergamo. Il Napoli ha battuto l’Atalanta, ma gli scienziati del giornalismo nazionale, invece di esaltare l’ennesima vittoria dei ragazzi guidati da Maurizio Sarri, si sono concentrati sulla polemica che oggi va più di moda: l’utilizzo del Var.

Forse Mertens aveva il laccio della scarpa al di la della linea del fuorigioco“, verrebbe da dire ironicamente dopo aver ascoltato le analisi degli illustri sapientoni del calcio che hanno affollato i tradizionali salotti televisivi. Peccato che nel frattempo dagli spalti dell’Atleti azzurri d’Italia molti ed educatissimi tifosi atalantini inondavano di “booo” e cori razzisti i napoletani e Kalidou Koulibaly.

Poi il giorno dopo è arrivato il “capolavoro”. L’autore? Il giornale sportivo di casa a Torino, Tutto Sport. Il direttore, coincidenza voglia che sia napoletano, ha dedicato la prima pagina del quotidiano all’allenatore Sarri in versione Bob Marley. Così i rasta e il titolone “No sarri no cry“, sono diventati virali, mentre una delle scene più belle di questo campionato è passata in sordina.

Stiamo parlando del 73esimo della ripresa, momento in cui Lorenzo Insigne è stato sostituito da Marek Hamsik. L’attaccante azzurro non è stato affatto contento del cambio ed avrà detto qualcosa al suo tecnico. A quel punto c’è stata la magia e il mago è stato sempre lui, Sarri. L’allenatore del Napoli si è girato, ha allungato il braccio, puntato il dito verso il suo giocatore e gli ha detto: “Stai zitto e siediti in panchina, ci sono altri tuoi compagni che ancora devono entrare in campo“. Chapeau!

Ma la vicenda ha avuto un seguito da almanacco del calcio. Appena terminata la partita e iniziato il consueto giro di interviste, lo stesso Sarri ha spiazzato tutti i cervelloni della televisione: “Inutile che mi chiedete di Insigne, vi dico io come è andata. Lui vorrebbe sempre giocare, per questo non gli ha fatto piacere la sostituzione. Ma sono io l’allenatore e decido io. Ci sono tanti altri giocatori che vorrebbero lo stesso spazio e giocano poco, quindi accettare le mie decisioni vuol dire avere rispetto anche nei loro confronti. Come è finita? Ci siamo abbracciati e fatti una risata prima di rientrare negli spogliatoi a fine partita“.

Giù il sipario, silenzio in sala. Sarri ha zittito tutti prima ancora che una stupida polemica potesse rovinare una splendida vittoria. Ma la lezione del tecnico azzurro va ben oltre. Infatti, nel tempo dei calciatori indisponenti, che mandano a quel paese chiunque dall’arbitro all’allenatore, che simulano, protestano e spesso litigano con l’avversario, Sarri ha dimostrato come l’educazione e il rispetto siano valori ancora forti e fondamentali per il mondo dello sport.

Con la vittoria di Bergamo il Napoli ha mantenuto il primo posto, ha ottenuto la ventiquattresima trasferta positiva consecutiva (ventuno vittorie e tre pareggi), ha conquistato il punteggio record dei 54 punti in Serie A ed ha rafforzato un dato: la squadra azzurra ha la miglior difesa del campionato con soli 13 gol subiti. Il reparto arretrato, da sempre criticato e ritenuto l’anello debole del meccanismo “Sarriano” (rispetto ad un super attacco, il terzo del campionato questa stagione dietro JuventusLazio), si sta dimostrando il punto di forza dei partenopei.

Non è un caso, nemmeno un miracolo e neanche frutto dell’acquisto di chissà quale difensore. Semplicemente Sarri ha allenato i meccanismi difensivi in modo impeccabile (e alla luce di questi numeri direi eccellente) a partire dal ritiro di Dimaro. Il tecnico ha sempre fatto uso della tecnologia (in particolare con l’utilizzo dei droni) per verificare con attenzione ogni singolo movimento dei suoi giocatori.

Ma a quanto pare ad accorgersene sono soltanto gli “stupidi” che tra giornalisti e tifosi seguono il Napoli dall’inizio della stagione. Agli scienziati, ai tuttologi e ai sapientoni dei tanti giornali e delle tante emittenti televisive, tutti questi aspetti saranno sfuggiti. Ma non fa nulla, va bene così, lasciamo a loro la discussione sul “laccio troppo lungo” della scarpetta di Mertens.

Sarri, Insigne e la miglior difesa: il Napoli è un treno in corsa