La terza stagione di Gomorra – La Serie è giunta al termine, un finale che ha lasciato tutti senza parole per la morte di Ciro Di Marzio. Non sono mancate le polemiche sul web e attraverso i social network, sia per la scelta stilistica che ha deciso di far fuori l’immortale, sia per gli spoiler che sono stati fatti su questo colpo di scena incredibile dagli utenti. Immediato, successivamente alla messa in onda, il coro di coloro che hanno deciso di spiegare il finale della stagione interpretando un certo ritorno dell’attore nella quarta serie.
Per tale motivo, prima una foto di Salvatore Esposito e poi l’intervento dello story editor Leonardo Fasoli sono serviti a chiarire effettivamente come stanno le cose e come evolverà la storia. “Abbiamo fatto un patto narrativo: non guardare in faccia a nessuno. Raccontiamo una guerra, non ci si può sentire al sicuro. Che dire allora di Attilio, che era protagonista insieme a Ciro e lo abbiamo fatto morire subito nella prima stagione, o di donna Imma, un personaggio importante che tutti amavano e che la logica di quando costruisci una serie consiglierebbe di tenere in vita. È una scelta narrativa” ha spiegato l’autore in un’intervista a Repubblica, “È la storia di una guerra permanente – continua Fasoli – dove nessuno è mai sicuro di poter sopravvivere, anche se nell’ambito dei clan sei una figura di rilievo, o se apparentemente sei un ‘vincitore’. Non puoi mai sapere se il tuo boss ti manda a morire per una stupidaggine, non sai se puoi fidarti del tuo migliore amico perché la caratteristica delle situazioni di guerra è proprio l’assoluta incertezza. Ed è quella che noi vogliamo trasmettere. È connaturata al mondo che andiamo a raccontare”.
“Nel portare avanti quelle logiche – continua l’autore – nel tirarle all’estremo è come se i personaggi si autodistruggessero. Ciro un po’ se lo aspetta, da tempo è condannato. Anche se, dopo il suo ritorno, ha cercato una sorta di riscatto fuori da quelle logiche. Ma per lui non c’è più spazio, né all’interno di quel mondo né fuori, perché non gli è rimasto niente. Una delle cose più terribili che mi hanno raccontato è che nei clan la dinamica del potere è talmente schiacciante che se vuoi sopravvivere è possibile che debba morire tuo fratello. Anche su questo si basa il nostro ‘patto’ con il pubblico e con la narrazione: no a logiche conservative nel rispetto della verità” non ci sarà dunque alcun ritorno come si era vociferato in questi giorni ma certamente gli autori, grazie al loro impegno, sapranno mantenere viva l’attenzione degli spettatori.
