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Piagnisteo milanese sulla classifica della qualità della vita, la replica dei napoletani

Come ogni anno Il Sole 24 ore ha stilato una classifica sulla qualità della vita nelle città italiane. Tenendo conto di diversi parametri:  servizi, ambiente, salute, asili, affari e lavoro, popolazione, l’edizione del 2017 pone al primo posto Belluno, città del Veneto. Diverse province hanno perso posizioni rilevanti nella suddetta classifica, soprattutto Milano ha ceduto ben sei posizioni scendendo dalla numero de alla numero otto.

Anche altre città lombarde sono scese in classifica perché quest’anno alcuni parametri sono stati modificati dai ricercatori del Sole per cui ad esempio nel caso del capoluogo lombardo il punteggio è basso nell’area tematica Giustizia e sicurezza. Ovviamente, come sempre, questa graduatoria mostra un forte divario tra Nord e Sud a discapito del Mezzogiorno le cui province occupano  le posizioni più basse, Napoli è al posto 107 e Caserta è addirittura ultima, unica Salerno in tutta la Campania ad occupare una posizione discreta. Di fronte a questa situazione Vittorio Feltri, direttore del quotidiano Libero, ha definito questa classifica una “boiata”:

“Con quali criteri il quotidiano confindustriale stabilisce che le citate province sono al vertice della civiltà mentre, per esempio Milano, l’unica metropoli degna dell’Europa, è collocata all’ottava posizione?”.

Questa mattina a Radio Marte, nella trasmissione radiofonica La Radiazza, il conduttore Gianni Simioli ha parlato della vicenda e ha definito l’editoriale di Feltri un “PIAGNISTEO MILANESE” di contro al “PIAGNISTEO NAPOLETANO” con cui lo scorso anno il direttore di Libero definì i partenopei. In pratica per Feltri tutte le province lombarde dovrebbero occupare le posizioni più alte della classifica a discapito delle province del Centro e del Sud. Questa risulta essere dunque una vera “esaltazione della lombardità” e non una visione oggettiva di quella che è una graduatoria stilata in base ad una serie di parametri più o meno giusti. In trasmissione è intervenuto anche il meridionalista Angelo Forgione che, subito dopo la pubblicazione della classifica del Sole, aveva espresso su Facebook la propria opinione in merito:

“Il dato cronico è che nelle province del Nord la qualità dell’economia, più che della vita, è decisamente migliore che in quelle del Sud. E lo sappiamo. Un po’ è colpa dei meridionali, un bel po’ è colpa delle condizioni diverse che le due Italie vivono, e ormai ci siamo abituati. Al Sud si vive peggio, senza dubbio, anzi, si sopravvive. Ma al Nord o si vive o si muore”.

Secondo quanto riporta lo scrittore infatti il Rapporto Osservasalute 2016 avverte che:

“La Provincia Autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta e la Sardegna presentano valori particolarmente elevati di suicidialità e di soggetti ricoverati per disturbi pscichici e per disturbi alcol-correlati; la PA di Bolzano presenta anche valori elevati di consumo di farmaci antidepressivi. All’estremo opposto la Campania e la Calabria presentano i valori più bassi per tutti gli indicatori considerati”.

Il male di certe classifiche che evidenziano un forte divario tra Nord e Sud, realmente esistente, ma che considera solo determinati paramatri, è generare situazioni di disagio. Un circolo vizioso dunque dove più ci si sente i peggiori e più lo ci si diventa ritenendo del tutto giusto espatriare nelle regioni settentrionali per salvarsi la vita:

“Certe classifiche sono uno dei diversi modi per spingere i giovani del Sud a disprezzare le loro città, a non migliorarle (e così si alimentano le colpe dei meridionali) e ad abbandonarle, convincendoli che il distacco dalla loro terra, oltre che essere necessario, sia quanto mai giusto.
Al Sud si sopravvive. Poi si emigra al Nord, e finalmente si vive, finché si vive.”