Prevista per giugno la chiusura dei locali di via Arenaccia e Santa maria Capua Vetere. I dipendenti ancora all'oscuro delle strategie aziendali
Una chiusura annunciata per il 31 dicembre 2017, in quanto non sono stati trovati acquirenti a cui cedere l’attività, poi la proroga fino al prossimo mese di giugno che ha aumentato l’agonia dei circa 120 dipendenti a rischio licenziamento. La COOP di via Arenaccia e Santa Maria Capua Vetere sembrerebbe avere il destino segnato: senza un nuovo gestore entrambi i supermercati abbasseranno per sempre la serranda.
Secondo quanto appreso da VocediNapoli.it che ha parlato con un rappresentante sindacale dell’USB (Unione Sindacale di base), la vicenda va avanti da un bel pò di tempo. L’attuale proprietaria dei negozi in questione è la cooperativa Uni Coop Tirreno che non è più in grado di sostenere i costi di gestione di tutti i negozi della Campania. Per questo ha ceduto il 70% delle azioni ad un’altra cooperativa l’Alleanza 3.0.
Il problema è che questo nuovo assetto societario ha riguardato soltanto i supermercati di Quarto, Afragola ed Avellino. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché ai dipendenti dei negozi di via Arenaccia e Santa Maria Capua Vetere non è stato garantito un piano industriale che potesse evitare la chiusura di entrambi i supermercati? E soprattutto perché per questi 120 lavoratori non è prevista una ricollocazione in altri negozi della cooperativa? Eppure già molte attività sono state passate in gestione all’Alleanza 3.0.
A questa domanda il sindacalista ha una sola risposta: “Per quanto mi riguarda la dirigenza e l’amministrazione della COOP vuole pian piano abbandonare la Campania. Da loro ci è stato comunicato che da questi due negozi ci sono circa 2 milioni di euro di perdite. Ma in realtà le cose non vanno così male e gli incassi dei due supermercati sono positivi“.
Inoltre, un altro elemento che sta arricchendo la scena, è rappresentato dalla proprietà degli edifici in cui ci sono i due supermercati destinati alla chiusura: si tratta dell’Uni Coop Firenze. Quest’ultima spende circa 85mila euro al mese di fitto, una cifra considerata troppo elevata rispetto ai ricavi garantiti dai due negozi. “Si, ma questo non è certo colpa dei lavoratori. Noi chiediamo semplicemente chiarezza, che ci venga comunicata la strategia che la società ha in mente. Anche per comprendere le probabilità che i due supermercati hanno di essere chiusi o ceduti dando la possibilità a queste 120 persone di trovare eventualmente, nei tempi giusti, un’alternativa“.
Invece dagli uffici della cooperativa vige un silenzio assordante. Ma un altro problema è anche la mancanza di una certa solidarietà sindacale. Al momento l’unica organizzazione che sta facendo un minimo di battaglia è l’USB, “abbiamo fatto uno sciopero lo scorso 28 ottobre fuori le sedi dei due supermercati e poi partecipato ad un’iniziativa di CGIL, CISL e UIL del 14 ottobre in via Arenaccia ma al momento è del tutto assente un’unità tra i diversi sindacati“. Insomma, per la serie “cornuti e mazziati“.
