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Muore in carcere, due medici rischiano il processo: “Alessandro poteva essere salvato”

Stava malissimo e dopo essere stato visitato dai medici anziché essere trasferito in ospedale è stato invitato a tornare nella sua cella. E’ morto dopo poche ore Alessandro Landi, detenuto 36enne presso il carcere di Fuorni a Salerno. Era la notte di Santo Stefano dello scorso anno.

La vittima da giorni lamentava dolori al torace ma per i due medici finiti ora sotto accusa, era tutto nella norme. Adesso sono invece accusati di omicidio colposo perché “pur in presenza di una sintomatologia anche pregressa, quale dolore toracico intenso e persistente, e costrinzione mandibolare, indicativa di una possibile cardiopatia, omisero di disporre il ricovero del paziente in ospedale, rimandandolo, invece, in cella”.

Toccherà al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno decidere il prossimo 8 novembre se mandare a processo i due medici, G.B. 33 anni di Battipaglia e N.C. 33 anni di Pagani. Il pm che ha formulato l’accusa parla di “condotte omissive” dei due professionisti che con un esame degli enzimi si sarebbero accorti di quello che stava accadendo.

Dopo averlo visitato nonostante le sue condizioni i due medici rimandarono Landi in cella invece di farlo ricoverare in un ospedale dove sarebbe potuto essere salvato. L’uomo era stato arrestato nell’ambito del blitz Italo con 62 arresti per rapine e spaccio di droga tra Salerno e la piana del Sele.