Gli scatti meravigliosi del celebre fotografo brasiliano esposti fino al 28 gennaio. Oggi alle 16 incontro con l'artista al Maschio Angioino
L’opera è nata dopo 10 anni di lavoro e migliaia di scatti in giro per il mondo. Per Sebastiao Salgado, uno dei fotografi viventi più importanti della storia di quest’arte, si è trattato del suo “omaggio al pianeta“. Immagini che mostrano come esistano ancora nel mondo zone incontaminate e completamente allo stadio naturale.
Salgado è considerato il re della fotografia in bianco e nero. Oggi a mezzogiorno al Pan – Palazzo delle arti in via dei Mille ci sarà l’inaugurazione (apertura al pubblico domani, fino al 28 gennaio) di questa grande mostra, uno degli eventi promossi dall’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune che anticipano il Natale in città, a cura di Lélia Wanick (moglie di Salgado) su progetto di Contrasto e Amazonas Images e realizzata con Civita Mostre. Sempre oggi, alle 16, nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, Sebastiao Salgado, intervistato da Roberto Koch, il presidente di Contrasto (l’agenzia foto giornalistica e casa editrice con cui ha pubblicato vari libri), parlerà del suo lavoro.
Il fotografo brasiliano ha iniziato a lavorare con la sua macchina fotografrica negli anni ’70. Il suo talento è stato notato dall’Agenzia Magnum che gli ha proposto i primi ingaggi. Poi Salgado ha fondato la sua casa di produzione la Amazonas Images con la quale ha girato il mondo. Le sue produzioni sono state spesso incentrate sul valore della natura e dell’umanità, e più precisamente sul rapporto che sussiste tra l’ecosistema e i suoi esseri viventi. Ma le sue produzioni sono state anche di denuncia, ad esempio, contro le guerre e la violenza.
Nel 2015 Wim Wenders con Juliano Ribeiro (anche lui fotografo e figlio di Salgado) ha diretto il film “Il sale della Terra – In viaggio con Sebastião Salgado”. “Prima di realizzare “Genesi” avevo fotografato solo una specie: gli esseri umani“, ha dichiarato Salgado. “Le sue fotografie aspirano a rivelare un incanto; un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere“, ha raccontato la moglie Wanick. Entrambi vivono nella tenuta di nascita del fotografo in Brasile. Un tempo arido e sterile, questo terreno è oggi rinato grazie all’impianto di oltre due milioni e mezzo di alberi di 200 specie indigene diverse. Adesso la tenuta Salgado è diventata un parco nazionale, l’Istituto Terra.
