Continua la battaglia tra Maradona ed Equitalia, con la procura di Cassino che ha chiesto il rinvio a giudizio per il campione argentino e per il suo avvocato Angelo Pisani.

Quest’ultimo in una dura nota ufficiale ha replicato quanto segue:
«Equitalia mostro» (Silvio Berlusconi). Equitalia Vampiro (Matteo Renzi). Equitalia che semina morte, con tanto di manifesti a lutto delle vittime esposte in piazza (Manifestazione Lega Nord con Matteo Salvini, video su Il Fatto Quotidiano). Eppure non è con Berlusconi, né con Salvini né con Renzi che la Procura di Cassino se la prende, bensì con Diego Armando Maradona e con il suo avvocato Angelo Pisani, per i quali la Procura ha appena chiesto al gip il rinvio a giudizio con l’ipotesi di presunta diffamazione, su querela di Attilio Befera, all’epoca amministratore appunto di Equitalia.
Un provvedimento che fa discutere per più e più ragioni. In primis quella scritta apposta in calce allo stesso documento notificato ai due indagati, che nel rendere esplicite, come previsto dalla legge, le fonti di prova acquisite prima di emettere la richiesta di rinvio a giudizio, così testualmente riporta: «denuncia-querela sporta da Befera A. e documentazione allegata».
Cosa avrebbe dovuto fare allora, Equitalia o la Procura di Cassino, nei confronti di dichiarazioni di ben altro tenore, come quelle dei tre leader del PD, di Forza Italia e della Lega Nord o di tutto il resto degli italiani?
Ma – a quanto par di capire – nessuna querela nei confronti di tanti altri ha ritenuto di dover presentare l’Ad di Equitalia, che se l’è presa invece con l’asso argentino ed il suo difensore per le presunte dichiarazioni rese nel 2012 al periodico di piccola diffusione “la Voce delle Voci” e al quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno.
Sarebbe stato opportuno, per i pm di Cassino, approfondire la questione almeno, prima di emettere la richiesta, su quanto in merito alla vicenda Maradona-Equitalia è stato disposto a maggio 2015 anche dal giudice Fausto Izzo della Commissione Tributaria provinciale, il quale, nel sospendere e poi annullare per genericità calcolo interessi dopo ben vent’anni la pretesa ed esecuzioni forzate a carico del campione, di fatto ne ha riconosciuto la piena innocenza fiscale, come del resto aveva già fatto nel 1992 già il pm della procura partenopea Luigi Frunzio, in uno ai giudici tributari dell’epoca.
«Ci sembra ragionevole credere che il giudice per le indagini preliminari non ravviserà alcun elemento di diffamazione anche nelle presunte parole addebitate a Diego o in quanto attribuito al suo difensore in merito – afferma l’avvocato Angelo Pisani – specialmente se acquisirà elementi di prova ulteriori e non solo memorie di parte come quelli prodotti dallo stesso querelante, tuttavia – tiene a sottolineare il legale – se saremo chiamati a difenderci, abbiamo montagne di documentazione, prove e testimoni che comprovano una realtà ben più drammatica di quella descritta dai giornalisti ed appena ipotizzata nei due articoli. I morti purtroppo ci sono e ci sono stati – conclude Pisani – e sono assai di più rispetto a quelli ricordati con i manifesti a lutto della Lega Nord nel 2013».
L’indagine è partita dal Tribunale di Roma ed è stata poi trasferita a quella di Cassino e si riferisce ad alcune dichiarazioni che sarebbero state fatte da Maradona in merito al suicidio di alcuni contribuenti, queste e parole del fuoriclasse argentino: “Nessuno più di me può sapere quello che si prova quando si è perseguitati per 25 anni da istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini onesti. Sono stato trattato come un criminale, violentando lamia dignità umana e la mia immagine sportiva. Io ho resistito ma posso capire chi non ce la fa. Voglio vincere questa battaglia per le vittime di Equitalia, perché l’ho pagata cara sulla mia pelle. Dal 1994 non esiste alcuna violazione fiscale a me addebitabile, questa è una brutta pagina per la democrazia italiana. Befera (rappresentante legale pro-tempore di Equitalia) non ha il coraggio di guardarmi in faccia perché porta sulla coscienza le mie sofferenze e le mie umiliazioni“. Il legale fa sapere che verrà presentata una documentazione al pubblico ministero per il compimento di nuovi atti di indagine.
Contattato da Voce di Napoli lo scorso ottobre, l’avvocato Angelo Pisani si disse innanzitutto sorpreso della querela nei suoi confronti. “E’ la prima volta nella storia che viene denunciato per diffamazione anche il legale. Io difendo Maradona, perché dovrei essere querelato per diffamazione?”. Pisani spiega poi che Equitalia si è rivolta alla Procura di Cassino, dove c’è la sede del giornale che ha riportato le dichiarazioni incriminate. “Equitalia non riesce a farsene una ragione. Maradona è innocente e non ha evaso un centesimo. Sono cose queste che già abbiamo dimostrato. E’ normale che lui si senta perseguitato. Loro ora hanno ripresentato querela per diffamazione ma sarà il magistrato a valutare se rinviarci a giudizio o meno. Diego sarà in Italia nei prossimi giorni e gli verrà notificato l’atto”.
