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Napoli, ispezione del Partito Radicale presso il carcere femminile di Pozzuoli

Il Partito Radicale e l’associazione Pennabianca hanno effettuato, venerdì 16 dicembre, un’ispezione presso il carcere femminile di Pozzuoli. L’iniziativa che ha visto arrivare presso la casa circondariale una delegazione radicale, rientra nell’attività politica promossa da sempre dal partito: la battaglia per una riforma strutturale della giustizia e il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti.

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Come associazione Pennabianca abbiamo fatto la nostra prima ispezione in un carcere per sostenere le iniziative del Partito Radicale. Abbiamo scelto la casa circondariale femminile di Pozzuoli, perché le detenute qui recluse, quando c’è stata la marcia a Roma per l’amnistia, hanno messo in atto una manifestazione pacifica e civile. Quest’atto ha un significato simbolico come se le donne che sono qui avessero partecipato a quell’evento politico“, questo ha dichiarato Gennaro Romano, Segretario dell’associazione del Partito Radicale Pennabianca.

La situazione nel carcere, secondo quanto riportato dal resoconto prodotto dall’associazione dopo l’ispezione, è molto positiva rispetto ad altre realtà carcerarie italiane. L’aspetto principale è relativo “Al forte senso di comunità penitenziaria che si riscontra dal rapporto che sussiste tra i dirigenti, le agenti e le detenute“, ha dichiarato Antonella Casu, tesoriera dell’associazione costituente del Partito Radicale, Non c’è pace senza giustizia.

Continuano dunque le iniziative su scala nazionale del partito che persegue nei suoi progetti politici su di un duplice percorso. Il primo è quello relativo al posizionamento, al centro dell’agenda pubblica e mediatica, delle questioni relative alla giustizia, al diritto umano alla conoscenza e di un’unione federale europea. Il secondo rappresenta l’obiettivo più importante: totalizzare un numero di 3mila iscritti entro il 2017 e di altri 3mila per il 2018. Senza il raggiungimento di questo risultato il Partito Radicale rischia la morte. E dopo non ci sarà più nessuno che potrà prenderne il testimone e lottare per questi temi fondamentali per lo sviluppo della nostra democrazia.

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