Il nome Alfa Romeo si ricollega sempre a Giuseppe Merosi e Vittorio Jano, eppure c’è un personaggio, l’ingegnere Nicola Romeo che sfugge ai più, nonostante sia stato proprio il suo cognome a fondare il grande marchio. Oggi l’Alfa Romeo è uno dei più famosi ed importanti riferimenti nel mondo automobilistico.

Nicola nacque a Sant’Antimo in provincia di Napoli il 28 aprile 1876 da una famiglia di modeste condizioni. Nonostante ciò fu sapientemente indirizzato dal padre agli studi, coltivando la sua propensione per le discipline matematiche. Laureatosi nel 1899 in ingegneria civile presso la Scuola di Applicazione a Napoli (poi confluita nell’attuale Università degli Studi Federico II) si trasferì all’estero per approfondire gli studi in campo meccanico, ferroviario e idraulico. Poi tornò in patria, ma in una delle sue trasferte conobbe il dirigente della Robert Blackwell & Co, celebre società inglese in campo ferroviario, e divenne direttore della filiale italiana.
Nel 1911 fondò una società per la produzione di macchinari estrattivi, grazie all’espansione della sua azienda nel 1915 acquisì l’ALFA, una ditta sorta nel 1909 sede della Società Italiana di Automobili Darracq di cui rilevò l’attività. Questa fu subito adibita alla produzione militare (in quel periodo l’Italia era in guerra). Nel 1918, dopo il conflitto, la Società cambiò nome e da quel momento iniziò la produzione di una vasta gamma di macchinari tra cui automobili, aeroplani e locomotive. Romeo dimostrò grande interesse per le auto, nonostante le difficoltà economiche che sorsero con i creditori a causa del fallimento della Banca Italiana di Sconto che deteneva parte delle azioni della società. Nonostante ciò nel 1926 creò una fabbrica di aeroplani a Pomigliano D’Arco.
Nel 1928 l’ingegner Romeo decise di lasciare l’azienda Alfa Romeo, probabilmente il risultato di un accordo con il governo che lo faceva senatore del regno. Solo dopo la cessione l’Alfa passò all’IRI.
