Aspra polemica per la presenza di un cartello all’interno di una chiesa a San Cipriano d’Aversa, nel testo viene espressamente vietato l’ingresso con alcuni capi.

Nei santuari e nelle chiese viene sempre chiesto un abbigliamento adeguato al luogo di culto, questa volta il cartello del Santuario Mia Madonna Mia Salvezza (Il Tempio) va oltre, poiché le parole indirizzate alle donne sono alquanto assurde “Con questi abiti manchi di rispetto verso la casa di Dio. Sei responsabile delle tentazioni che provochi in chi ti guarda. Degradi te stesso, e non sei più una donna cristiana”. La colpa degli atteggiamenti non richiesti sarebbe delle donne che inducono in tentazioni con il loro modo di vestire.
Immediato l’intervento del gruppo “Laici, libertari, anticlericali”, attraverso la rappresentanza dell’avvocato Cavaliere, hanno fatto sapere: “La colpevolizzazione delle donne è una tecnica giustificatoria di molti crimini a danni delle donne. Ancora oggi la provocazione della vittima è richiamata come giustificazione o come attenuazione delle responsabilità di chi abusa, chi fa atti persecutori, di chi usa violenza. La presunzione che la donna debba essere morigerata persino nei costumi è l’eredità di una cultura ecclesiale che vede nell’uomo l’unico protagonista della vita pubblica. L’uomo capo di famiglia e l’uomo sacerdote. La causa di tanti drammi familiari la vediamo ancora oggi nei nostri paesi, dove circola privatamente un video che ritrae una donna in intimità col proprio compagno. Il suicidio di Tiziana Cantone non ha insegnato niente”.
