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Napoli, il centro della città tra pezze e pizze

Patatinerie prima, pizzetterie e paninerie poi. Puzza di fritto che si mescola con gli odori di gelaterie e yogourterie. Il centro di Napoli è ormai invaso da attività di piccola ristorazione e take away. A questi locali si alternano negozi di abbigliamento di scarsa qualità. Nel frattempo i grandi marchi iniziano ad andare via (vedi Armani…), pochi negozi storici resistono e le grandi vie dello shopping subiscono un paradosso: la qualità fugge, la quantità e il cattivo gusto conquistano la città.

Napoli, il centro della città tra pezze e pizze

 

Solo “pezze e pizze”

Una passeggiata per il centro scatena diverse sensazioni. Le emozioni che emergono sono contrastanti. Da una parte il piacere di camminare per Napoli, dall’altra lo scempio che la vista e l’olfatto sono costretti a subire. Ovunque, ormai, ci sono attività dedicate al food. Prima la moda delle patatine fritte, poi quella dei panini e delle pizzetterie, fino ad arrivare al proliferarsi delle friggitorie.

Attenzione: qui non si fa un processo pregiudizievole nei confronti delle attività di ristorazione e take away. Il discorso è diverso e incide sul decoro urbano, la pulizia e l’immagine che Napoli dovrebbe dare. È oggettivo, da questo punto di vista, il degrado del cuore della città. Chi consuma street food ha l’obbligo morale e civile di gettare le carte negli appositi contenitori che, però, dovrebbero essere molto più numerosi all’esterno di tali attività. Ma, molto spesso, oltre a subire odori spiacevoli ci si imbatte anche in rifiuti di ogni genere.

Napoli, il centro della città tra pezze e pizze

Per non parlare dei negozi di abbigliamento. Ormai quelli storici sono rimasti in pochi e mentre anche i grandi marchi vanno via nel cuore di Chiaia arrivano i cinesi. Appunto, pezze e pizze.