Carmela Sermino, presidente dell’Osservatorio sulla legalità del Comune di Torre Annunziata, è ormai nel mirino della malavita. In pochi giorni ha subito due furti (prima l’automobile e poi le valigie) e le hanno forato le gomme dell’auto.

Carmela Serimo è la vedova di Giuseppe Veropalumbo, l’uomo ucciso il 31 dicembre 2007 a Torre Annunziata da un proiettile vagante. Era la notte di Capodanno e il 30enne stava festeggiando a tavola con la famiglia quando un colpo di pistola gli si conficcò dritto nel petto colpendolo al cuore e provocandogli la morte. Nel quartiere in cui viveva la famiglia ci sono diversi clan del vesuviano e con molta probabilità quel proiettile partì da uno degli uomini residenti in un palazzo vicino dove il giorno successivo alla tragedia furono trovati centinaia di bossoli.
Da quella notte la moglie non si è data pace e insieme a Ludovica, la sua unica figlia che oggi ha dieci anni, si è trasferita ad Acerra e ha sempre lottato per la verità, per sapere chi avesse sparato quella notte uccidendo il marito. Nel frattempo però l’indagine per la morte di Veropalumbo è stata archiviata dal procuratore Diego Marmo nel gennaio 2013, per mancanza di elementi concreti, ma nel 2014 due collaboratori di giustizia hanno parlato di quell’omicidio e dei presunti colpevoli, la speranza di Carmela di conoscere la verità è riemersa.
Proprio qualche giorno fa la donna ha subito però l’ultimo furto, l’11 agosto, data in cui il marito ormai defunto avrebbe dovuto compiere 39 anni. La donna ha raccontato in un’intervista al quotidiano Repubblica: “Nelle valigie c’erano anche le scarpe nuove di mia figlia e i suoi abiti, comprati con tanti sacrifici – racconta Carmela – Sono rammaricata soprattutto per lei che è rimasta molto dispiaciuta quando ha saputo del furto. Le ho spiegato che stiamo attraversando un momento difficile, ma che sicuramente ci rifaremo. Il destino non può accanirsi sempre contro di noi. La mia bambina ha capito. Non ha pianto, ha solo abbassato gli occhi e mi ha fatto l’elenco delle sue cose che aveva messo in valigia“. Questi chiari segni di intimidazione non devono spingere Carmela a smettere di lottare per la verità, la redazione di Voce di Napoli esprime massima solidarietà all’amica Carmela e alla figlia e auspica piena collaborazione delle istituzioni e forze dell’ordine per tutelare chi è stato già colpito dalla criminalità organizzata e garantire alla giustizia i responsabili di questo deplorevoli gesti.
