La Procura di Trani ha aperto un fascicolo sul disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio tra Andria e Corato in cui sono morte 23 persone e oltre 50 sono rimaste gravemente ferite. L’unica certezza al momento è che il treno partito da Andria verso Corato non doveva muoversi.

Ci sono ad ora quattro sospettati, non ancora iscritti nel registro degli indagati: i due capistazione, sospesi dalla società; il capotreno di Andria, l’uomo con la paletta verde che ha dato il via al treno dopo la segnalazione della cabina di comando in stazione; e altro personale. Le ipotesi di reato di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo sono rivolte verso gli addetti, in servizio la mattina della tragedia, di Ferrotramviaria.
Secondo quanto appreso dall’inviato del quotidiano Il Mattino, la Procura si sta muovendo verso due direzioni: i finanziamenti, la guardia di Finanza si sta occupando delle indagini sui fondi europei destinati all’ampliamento e all’ammodernamento della rete ferroviaria, fermi da quattro anni per una serie di motivi di natura burocratica; l’altro versante su cui si indaga è la sicurezza, i sistemi obsoleti utilizzati.
Tra i sospettati c’è anche Vito Piccarreta, capostazione di Andria, che in questi giorni ha rilasciato diverse dichiarazioni ai quotidiani nazionali in cui dichiara di non essere l’unico responsabile della strage e di vivere in uno stato di immenso dolore per la tragedia. Il procuratore Giannella ha assicurato: “Non ci fermeremo al solo errore umano“.
