Centro Sud contro il Nord, “il nemico del mio nemico è mio amico”. Si potrebbe riassumere in questo modo il riavvicinamento di due tifoserie amiche per anni e arci nemiche per diverso tempo. Le nuove generazioni quando si parla di tifosi del Napoli e della Roma sono abituati a vedere immagini di risse, violenza, armi e purtroppo anche di morte. Sono passati poco più di due anni dalla morte del tifoso azzurro Ciro Esposito prima dell’inizio della finale di Coppa Italia vinta poi dal Napoli contro la Fiorentina. È stata la partita che ha reso Gennaro Di Tommaso, meglio conosciuto come Genny à Carogna, una star nazionale. Proprio in questi giorni sono state pubblicate le motivazioni dei giudici che hanno condannato l’assassino di Ciro, Daniele De Santis a 26 anni di carcere. Poi, proprio quando qualsiasi spiraglio di distensione fosse impossibile, ecco che Gonzalo Higuain va alla Juventus che tempo prima ha acquistato Pjanic dai giallorossi. E l’inimmaginabile diventa un giorno all’improvviso più che realizzabile.
Il legame tra la capitale d’Italia e quella del Sud ha radici molto antiche. Storicamente il Regno Due Sicilie e lo Stato Pontificio sono stati alleati perché in comune hanno avuto la fede per la religione cattolica. Inoltre Papa Pio IX in esilio è stato ospitato per un anno e mezzo da Ferdinando II, tra Gaeta e Portici.
Calcisticamente, Roma-Napoli è più che una partita di calcio: è il “derby del Sole”, è il Centro-Sud che si oppone al Nord, è lo spostamento dell’asse del potere calcistico verso il Meridione. Per più di un decennio, le due tifoserie si sono strette in un bellissimo gemellaggio. Il “Commando Ultrà Curva Sud” della Roma andava a braccetto col “Commando Ultrà Curva B” del Napoli, si scambiavano bandiere al centro del campo, si sfilava sulle piste d’atletica degli stadi delle due città, le tifoserie si sostenevano vicendevolmente durante gli incontri adottando cori comuni e si ospitavano a vicenda nelle rispettive curve.
Poi tutto si è rotto, improvvisamente. La colpa sarebbe di Salvatore Bagni, autore di un gestaccio alla fine di un incontro tra le due squadre all’Olimpico nella stagione 1987-88. La partita vedeva la Roma in vantaggio con gol di Pruzzo e il Napoli in nove per l’espulsione di Careca e Renica. Poi su un calcio d’angolo di Maradona, Francini trova lo spazio giusto e incorna di testa in rete, pareggiando i conti. Bagni non ci vede più dall’adrenalina: scatta sotto la curva Sud e fa il fatidico gesto dell’ombrello. Perché? Si racconta che durante tutto il match i tifosi della Roma avevano iniziato ad urlare cori poco rispettosi nei confronti dei napoletani. S dice che in realtà il rapporto tra le due tifoserie fosse già ai ferri corti.
Da quando il Napoli con l’arrivo di Maradona iniziò a dominare il campionato, “scippando” alla Roma lo scettro della prima rivale del Nord, la relazione tra le due città si è iniziata a deteriorare. Inoltre l’acquisto dell’ex bandiera laziale Bruno Giordano, da parte del Napoli, attirò sulla città azzurra odio e antipatie da casa Roma.
È il 26 ottobre 1986: il Napoli che vincerà il tricolore sale a Roma con il solito seguito di sostenitori. È previsto il rituale gemellaggio con scambio di vessilli e giro di campo ma dalla Curva Sud si alzano i cori contro Giordano che nel frattempo è diventato un beniamino partenopeo. Dalla curva Nord, dove ci sono i tifosi partenopei, inizia a farsi sentire una timida risposta indirizzata alla bandiera romanista Bruno Conti.
Nulla di grave ma ormai il dato è tratto. Circa un anno dopo, sempre all’Olimpico, il Napoli torna a Roma da campione in carica. Prima della partita i due portacolori si incontrano nel cerchio di centrocampo. Da lì, corrono prima verso la Curva Nord occupata dai napoletani che iniziano a urlare forte “Roma… Roma…”. Poi vanno verso la Sud romanista dove è previsto lo scambio delle bandiere. Ma non si sente cantare alcun coro in favore del Napoli. Addirittura il tifoso della Roma prende e getta via lo stendardo del Napoli. Il gioco è fatto: il gesto da il via ai sonori fischi della marea giallorossa e al lancio di oggetti. Il tifoso azzurro è costretto a tornare indietro verso i suoi amici con la bandiera del Napoli che non è stata scambiata.
Il gesto di Salvatore Bagni è solo successivo a tutto quello che è accaduto in quel giorno.
In questi giorni invece inizia a rimbalzare sul web e in particolare sui social, un post di una pagina Tribù Giallorossa, con una lettera che esprime solidarietà ai tifosi del Napoli. I tifosi romanisti condividono la delusione provata da quelli partenopei causata dalla cessione di Pjanic per i primi e di Higuain per i secondi. Si inizia a parlare di un calcio fatto da mercenari, di giocatori che sanno solo vendersi per un ingaggio più alto senza più tenere alla maglia. Infine arriva la ciliegina sulla torta: le dichiarazioni di Francesco Totti. Il numero 10 giallorosso è bandiera, capitano e simbolo della Roma. Totti afferma che anche se comprende le scelte di alcuni suoi colleghi non ci sta a vedere il gioco del calcio ridotto a misero business che illude le speranze e i sogni dei tifosi. Tutte queste reazioni a quelle che sono state le ultime manovre di mercato, hanno riaperto le relazioni tra napoletani e romanisti. È stato addirittura creato un evento su Facebook previsto ad ottobre, quando al San Paolo si disputerà Napoli – Roma, dove sarebbe prevista la nascita di un nuovo gemellaggio.
Questa sarebbe una delle scelte più sagge che si potrebbero mai fare. Finalmente il derby del sole tornerebbe a essere una festa. Insomma fa strano dirlo ma dobbiamo ringraziare la Juventus. Se non avesse iniziato a comprare (legittimamente) con arroganza e presunzione i campioni delle squadre a lei rivali, questo asse del Centro – Sud non sarebbe mai rinato e forse saremmo stati ancora a lungo costretti a non seguire i nostri eroi in trasferta nella capitale e viceversa. Nelle storie bisogna sempre guardare il bicchiere mezzo pieno e chissà che questa non abbia un gran bel lieto fine.
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