Il giudice Claudio Marcopido ha archiviato il caso relativo a Luigi Caiafa. Era l’ottobre del 2020, il 17enne insieme a Ciro De Tommaso (figlio di Gennaro detto ‘a Carogna), stava mettendo a segno una rapina in via Duomo. Poi sono intervenuti gli agenti della Polizia. A quel punto il giovane ha estratto una pistola (un giocattolo senza tappo rosso, ndr), scatenando la reazione del poliziotto.
Quest’ultimo ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco che hanno ucciso Caiafa. Per il Giudice delle indagini preliminari (Gip), l’agente – secondo quanto riportato da Il Mattino – ha, “agito con professionalità e perizia, in evidente presenza di condizioni reali di pericolo. È intervenuto per scongiurare una minaccia ai danni di alcuni cittadini ed è stato costretto a difendere se stesso dal pericolo reale (non ipotetico) rappresentato da un’arma puntata contro: da un braccio teso nella notte, da una pistola senza tappetto rosso“.
Accolte, dunque, le istanze dei magistrati Basso e Sincero. È stata di tutt’altro avviso, invece, la famiglia Caiafa. Il loro avvocato difensore, Giuseppe De Gregorio, ha ufficialmente chiesto al Tribunale che il caso fosse riaperto. Ci sarebbe un video che offrirebbe una ricostruzione diversa da quella considerata fino ad ora.
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