Esposito prima di ritrattare le proprie dichiarazioni ha anche relazionato i pm antimafia napoletani sugli incontri i vertici dell’Alleanza di Secondigliano, anche quando il suocero era latitante, e sulle dinamiche interne alla federazione malavitosa:
“…il sistema e’ capeggiato da Bosti Patrizio e Eduardo Contini, attualmente condannato…” con i Licciardi che “…sono vicini al sodalizio, ma attraverso i Mallardo, perché i Licciardi mantengono un certo astio verso Ettore Bosti (figlio di Patrizio, fratello di Maria e a tal punto violento, secondo Esposito, da picchiare anche la madre, Rita Aieta) per un omicidio…“.
Agli inquirenti ha fornito nomi e circostanze, anche in relazione ad omicidi che hanno visto come mandante il suocero. Ai pm antimafia partenopeo, Esposito, ha disegnato l’Alleanza come Cosa Nostra: “…ci sono i vertici, ma ci sono anche altri uomini, direttamente sottoposti ai vertici, che hanno altri arruolati che essi pagano direttamente. Ad esempio, alcuni uomini di Rullo Nicola (altro esponente del clan, ndr) non erano stati ‘battezzati’ da Eduardo (Contini) e Patrizio (Bosti). E dunque non apprezzavano che Rullo avesse un esercito tutto suo…“.
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